Intervista con Davide Buzzi: Memoriale di un anomalo omicida seriale |
![]() |
![]() |
![]() |
Scritto da Chiara Marcon |
Sabato 15 Febbraio 2020 16:18 |
Buzzi è cantautore e autore nel 2013 pubblica il suo primo libro di racconti dal titolo "Il mio nome è Leponte… Johnny Leponte" e nel 2017 il racconto breve "La Multa". Fotografo di formazione, è attivo anche nel campo del giornalismo come membro di redazione del mensile "Voce di Blenio" e, da diversi anni, come inviato speciale di Radio Fiume Ticino al Festival di Sanremo. Memoriale di un anomalo omicida seriale è, la storia di Antonio Scalonesi omicida seriale che il 21 novembre del 2011 entra spontaneamente nel palazzo della Procura della Repubblica e del Cantone Ticino di Lugano e chiede di incontrare l’allora Procuratore pubblico Giuseppe Cortesi, davanti al quale inizia a rivelare un racconto dai risvolti terribili e inimmaginabili. L’uomo confessa una lunga serie di delitti, a partire dal primo commesso nel 2004, che lo portano ad uccidere non solo in Ticino ma anche in Italia e Francia. L’autore ne ricostruisce passo dopo passo le vicende, non tralasciando di recarsi personalmente sui luoghi dei delitti e avvalendosi della collaborazione di alcuni esperti del settore tra i quali l’ex Commissario capo della polizia scientifica del Cantone Ticino E. Scossa Baggi, gli avvocati Giovanni Martines e Amanda Rueckert, il Dr.med Orlando Del Don, Spec. FMH psichiatria, psicoterapia, psicopatologia del comportamento violento e criminologia, e altri ancora. Ecco in anteprima come racconta il suo lavoro:
Scalonesi era un uomo normalissimo, single, immobiliarista di professione, con un passato di sportivo semiprofessionista e molto ben inserito nel tessuto sociale del comune nel quale viveva. Benché nativo di Mendrisio, in giovane età segue il padre, che per ragioni professionali si trasferisce nel Sopraceneri, per andare a vivere in un villaggio dell’alto Ticino. Hai ricostruito pian piano la vicenda giuridica, personalmente che problemi hai riscontrato? All’inizio non pensavo nemmeno di arrivare tanto lontano. Avevo semplicemente iniziato a scrivere la storia di una persona che non aveva mai torto un capello a nessuno e che una mattina improvvisamente decide di vedere cosa si prova ad uccidere un altro essere umano. La decisione di ricostruire la vicenda giuridica di Antonio Scalonesi è spuntata solo quando, piuttosto casualmente, ho conosciuto Giovanni Martines, avvocato siciliano e già difensore di Bernardo Provenzano nel processo per l’omicidio del giornalista Mario Francese. Quanto tempo ti ci è voluto per ricostruire tutta la vicenda e quali sono state le tue fonti? In tutto ho impiegato una decina di anni e le fonti sono tutte citate nel capitolo allegati che sta in coda al romanzo. Stiamo parlando di avvocati, di un criminologo, di giornalisti, dell’ex capo della polizia scientifica del Cantone Ticino, e altri ancora. Gli episodi raccontati da Scalonesi nel suo memoriale sono tutti accertati o qualcosa potrebbe essere stato inventato? Inoltre, perché modificare solo i nomi di tutte le vittime e di alcuni luoghi dove si sono svolti fatti, mentre per altri si è voluto mantenere i toponimi corretti? In verità i nomi dei luoghi modificati sono quelli legati alla regione dove Scalonesi ha trascorso la maggior parte della sua vita. Questo per evitare possibili pellegrinaggi morbosi. Questo è un romanzo biografico, come ti sei approcciato a questo tipo narrativo? Per la precisione si tratta di un thriller autobiografico, in quanto tutta la storia, fatta eccezione per l’introduzione e l’epilogo, redatti dall’ex Procuratore pubblico Giuseppe Cortesi, è raccontata in prima persona da Scalonesi stesso. È stato un lavoro che ha richiesto una grande ricerca, soprattutto per quanto riguarda la giusta lettura del personaggio. Peraltro l’approccio è stato assai naturale. Difficile è stato l’immancabile confronto con il pensiero di Antonio Scalonesi, il quale tende a penetrare ambiguamente il lettore in modo inusuale e spiazzante. Il primo omicidio, lo racconta come il più importante, e la paragona alle prime esperienze della vita che segnano un cambiamento e lasciano dentro tracce indelebili, questo poi ha dato il via a tanti altri delitti….ecco sono stati meno importanti secondo te? Ogni esperienza che si vive per la prima volta ha sempre qualcosa di speciale che la rende unica. A che tipo di lettore si indirizza questo lavoro? Memoriale di un anomalo omicida seriale è un thriller molto duro, sia nel linguaggio (che rimane esattamente originale al personaggio e non è stato “smussato”) che nelle azioni. È quindi un lavoro che si indirizza a coloro che amano quel genere di lettura. Si tratta però anche di un libro che obbliga il lettore a confrontarsi con la coscienza nera che tutti noi, in un modo o nell’altro, ospitiamo. In questo senso invece è un romanzo che può adattarsi a tutti. Per tutto il libro si descrive questo Scalonesi, come una persona apparentemente normale, lavoro, casa… possediamo tutti un lato che non conosciamo e talmente oscuro che può arrivare a tanto? Sì, sono convinto che per ogni essere umano esiste una chiave scatenante che possa in qualche modo farci arrivare a pensare o, nelle situazioni peggiori, commettere delle cose veramente brutte. Alla fine Antonio Scalonesi, viene incriminato perchè reo confesso, possibile che nessuno sia mai riuscito ad arrivare a lui, nel corso degli anni di indagini? Che cosa ti è rimasto dentro di questo personaggio, dopo aver scritto un libro su di lui? Certamente il suo forte egocentrismo, che lo porta ad elevarsi a Dio terreno, e la sua quasi mancanza di empatia verso il prossimo. Quasi, dico, in quanto Antonio Scalonesi, per quanto spietato dimostra anche una sua moralità che, per quanto particolare, contribuisce a renderlo più umano di quanto si possa immaginare. Per esempio, all’interno del racconto si riuscirà a intravvedere la sua avversione nei confronti delle persone che si macchiano di pedofilia e la sua fatica nel pensare di dover uccidere delle persone di sesso femminile. Appuntamenti per la promozione del libro? La prossima settimana sarò ospite alla trasmissione Baobad della Rete Tre della Radio Svizzera di lingua italiana. Inoltre stiamo valutando alcune possibilità per delle presentazioni che si spera potrò fare a breve nella Svizzera Italiana. In Italia invece, nel corso del mese di marzo, sono già fissati degli appuntamenti in alcune radio private fra Milano e Brescia e un appuntamento in una TV privata di Padova. |