È Laura Zanin dell’Università di Udine ad aggiudicarsi uno dei due riconoscimenti dell’edizione 2018 degli “Innovation Awards Groupe Roullier 2018”. Il concorso internazionale, lanciato dal Gruppo Roullier, multinazionale francese che, con oltre 3,2 miliardi di euro di fatturato e 8.000 dipendenti, è leader nel campo della nutrizione vegetale e animale, è riservato ai migliori progetti di ricerca e sviluppo nel campo della nutrizione delle piante elaborati dai ricercatori delle università ed enti di ricerca di tutto il mondo.
L’elicottero sarà un mezzo di trasporto sempre più confortevole, ma non solo. Abbattendo il rumore e le vibrazioni all’interno della cabina si potranno ridurre il carico di lavoro del pilota, rendere più efficaci i compiti delle missioni di ricerca e soccorso e aumentare la qualità delle prestazioni sanitarie nelle eliambulanze. È sullo sviluppo di nuove tecnologie per l’elicottero del futuro che Leonardo e il Politecnico di Milano ampliano la collaborazione, avviata nel 2016 con la firma di Innovation Hub, un accordo quadro di valenza pluriennale. Gli studi si dedicheranno inoltre allo sviluppo di tecnologie sull’utilizzo di componenti innovativi di accoppiamento meccanico basati su nuovi materiali, più leggeri, che apporteranno vantaggi in termini di costi di produzione e facilità di installazione. Al via entro il 2018 un ulteriore progetto di ricerca sulla manutenzione predittiva dello stato di salute degli elicotteri. L’intesa, oltre a soluzioni innovative relative agli elicotteri, riguarda ulteriori ambiti di ricerca che attengono al business di Leonardo. La partnership tra l’Azienda e l’ateneo milanese riafferma l’importanza della collaborazione tra grandi imprese e università di eccellenza come fattore determinante di sviluppo e crescita economica e culturale.
Quando si parla di tecnologia quantistica il futuro è d’obbligo perché, sebbene i primi esempi di computer quantistico e di crittografia quantistica siano stati descritti, la strada da percorrere per la loro realizzazione su larga scala è ancora molto lunga. Uno dei componenti più promettenti su cui basare queste nuove tecnologie sono i quantum dot (punti quantistici), piccoli cristalli di pochi milionesimi di millimetro, il cui studio è portato avanti in tutti i più grandi centri di ricerca del mondo.
Il Consiglio Nazionale delle Ricerche è presente con la base Dirigibile Italia nell'Artico, luogo fragile e cruciale per lo studio dei processi legati al cambiamento climatico. Ecco due risultati della ricerca su questi importanti e complessi aspetti che danno conferma e in qualche modo quantificano il riscaldamento dell’acqua e dell’aria e lo scioglimento del permafrost, lo strato di terreno perennemente ghiacciato. Il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) è presente con proprie stazioni e attività di ricerca in entrambi i poli terrestri. In particolare, nel Circolo Polare Artico, gestisce la base Dirigibile Italia. L’Artico, un luogo fragile e cruciale per la Terra, si sta riscaldando in modo molto maggiore di quanto avvenga nel resto del pianeta. In tale regione molti processi legati al cambiamento climatico possono essere amplificati. Ad esempio, il ritiro dei ghiacci causato dal riscaldamento causa ulteriore riscaldamento perché riduce l’albedo (la capacità delle superfici “bianche” di riflettere la radiazione solare), il riscaldamento della colonna d’acqua in assenza di ghiaccio estivo porta allo scioglimento del fondale marino perennemente ghiacciato (permafrost), con la possibilità che il metano intrappolato nei fondali marini possa essere ceduto all'atmosfera, conseguente aumento di concentrazione di questo gas serra e ulteriore riscaldamento del pianeta. “La ricerca scientifica italiana in Artico contribuisce agli studi internazionali e interdisciplinari per aumentare la conoscenza dei cambiamenti climatici”, afferma il presidente del Cnr Inguscio. “Il fine è informare i policy maker, la comunità scientifica, le organizzazioni internazionali, le singole persone e, al tempo stesso, collaborare a mitigarne gli impatti e consentire una gestione sostenibile degli ecosistemi naturali e dell’attività umana nella regione”. Allo stato attuale, l’attività del Cnr nella Stazione artica si esplica attraverso oltre 20 progetti di ricerca, concernenti fisica dell'atmosfera, oceanografia e biologia marina, geologia e geofisica, indagini sugli ecosistemi e sul paleoclima. Ecco due risultati della ricerca su questi complessi e cruciali aspetti: Un ancoraggio (mooring) posizionato dal CNR nel Kongsfjorden alle Isole Svalbard misura il riscaldamento delle acque e la stagionalità del ghiaccio marino da sette anni. I dati offerti dall’ancoraggio permettono di misurare temperatura, salinità e altri parametri su tutta la colonna d’acqua per un centinaio di metri di profondità. I dati sono confrontati con quelli della Amundsen-Nobile Climate Change Tower, la torre con cui da dieci anni il CNR monitora l’atmosfera, sempre alle Svalbard. I dati integrati mare/aria dell’ancoraggio nel fiordo e della torre documentano in Artico un indubitabile aumento delle temperature. L'aumento della temperatura di aria e acqua ha anche un ulteriore inequivocabile impatto sulla velocità di scioglimento dei ghiacciai e sui flussi di “particellato”, il materiale solido che questi portano nel fiordo. “Dai risultati, in corso di pubblicazione su una rivista scientifica, è molto chiara la progressiva ‘atlantificazione’ del fiordo con un incremento della temperatura dell'acqua intermedia di 4.3 °C/decade”, spiega Leonardo Langone dell’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Ismar-Cnr). Sul fondo, il tasso di aumento della temperatura è minore ma sempre rilevante (1.6 °C/decade). Con la temperatura cresce anche la salinità (con un tasso di 0.7 unità per decade) e questo può portare a cambiamenti nella struttura della colonna d’acqua. L’aumento di temperatura dell’aria alla Climate Change Tower è stimato in 3.0 °C per decade, nettamente al di sopra della crescita media della temperatura mondiale, e in Artico in generale”. In sintesi: la temperatura media in Artico cresce più velocemente che nel resto del pianeta e nei fiordi essa cresce più velocemente che nel resto dell’Artico. “La velocità di riscaldamento dell'acqua è maggiore perché nei fiordi entra più acqua atlantica, con ripercussioni sulla diminuzione del ghiaccio marino (in alcuni anni, addirittura, i fiordi durante l’inverno non si ghiacciano più), sul tipo di alghe e, quindi, sulla catena trofica e, più in generale, sull’intero ecosistema dei fiordi”, prosegue Langone. “Tutte le stagioni registrano un cambiamento ma è l'inverno che sta registrando il riscaldamento più rapido”.
Studi e test di sostenibilità ambientale, tecnologica ed economica della ricarica dinamica dei veicoli elettrici.
Giovedì 21 giugno, a conclusione del progetto "FABRIC - Feasibility analysis and development of on-road charging solutions for future electric vehicles", nell'Aula Magna del Politecnico di Torino si è tenuto un convegno per illustrare i risultati e descrivere il percorso finanziato dal VII Programma Quadro e intrapreso da un consorzio di 25 partner di 9 Paesi europei, sulla fattibilità di tecnologie di ricarica su strada e, a lungo termine, di un ampliamento della gamma dei veicoli elettrici (EV). Foto Paola Zorzi
Il 30 novembre 2016 più di 100.000 persone in tutto il mondo hanno contribuito a una serie di esperimenti di fisica quantistica d’avanguardia, noti come The BIG Bell Test. Utilizzando un videogioco online, i partecipanti hanno generato sequenze di zeri e di uno (bit), le più casuali possibili, che hanno determinato quali misure effettuare su oggetti quantistici come atomi, fotoni e dispositivi superconduttori. I risultati sono stati ora analizzati e pubblicati sulla rivista Nature
Attraverso l'anteprima del docufilm di Ingegneria Elettrica "Galfer is back" (Galfer = termine contratto di Galileo Ferraris), proiettata il 10 aprile nella Sala Consiglio di Facoltà del Politecnico di Torino di fronte ad un vasto pubblico, assistiamo ad un ipotetico Galileo Ferraris che, visti i disastri ambientali a cui la terra è sottoposta, decide di tornare tra noi mortali. Lo seguiamo attraverso la simbolica unità temporale di una giornata mentre accompagna due giovani: uno di questi è uno studente di Ingegneria Elettrica mentre l'altro, una ragazza, non ha ancora scelto a che facoltà iscriversi. Foto Paola Zorzi.