“Il ritratto di Lecco a sanguigna” sarebbe di Leonardo da Vinci. A sostenerlo, in uno studio di circa 60 pagine, la studiosa e ricercatrice internazionale Annalisa Di Maria, membro del Comitato di esperti di arte e letteratura del Centro per l’UNESCO di Firenze
In questa ricerca, condotta insieme ai laboratori di analisi del foglio e della carta antichi e di laboratori fotografici, emergerebbe che il foglio utilizzato per questa sanguigna è databile intorno al XVI secolo.

Da queste preziose fonti Di Maria ha approfondito lo studio arrivando a confermare che il disegno, sia per lo stile sia per la tecnica, sarebbe la prova che il famoso Salvator Mundi venduto all’asta e attribuito a Leonardo in realtà non sarebbe di quest’ultimo, come da tempo afferma la studiosa insieme ad altri esperti del genio vinciano. Inoltre il disegno di Lecco avrebbe tutte le caratteristiche della mano di Leonardo, sostiene la studiosa, lo prova anche il fatto che il volto raffigurato sarebbe posto di tre quarti come la gran parte dei soggetti dipinti dal Maestro, cioè in movimento e con una impressionante dinamicità. 
Sarebbe dunque questo di Lecco il vero volto del Salvator Mundi di Leonardo, un bozzetto e uno studio del Maestro che, con molta probabilità e come gran parte di altri lavori di quest’ultimo, non fu mai portato sulla tavola e a compimento. 
Annalisa Di maria annuncia che la ricerca continuerà con nuovi approfondimenti che verranno rivelati solo in seguito: intanto si attende di sapere se questo studio a sanguigna, tra l’altro di una bellezza e di una raffinatezza incredibili, possa davvero rientrare di diritto tra una delle tante opere perdute del grande genio toscano.