Magneti utilizzati al posto della chirurgia per la riparazione dell’esofago: si tratta della pionieristica tecnica utilizzata dall’ospedale Bambino Gesù di Roma, la cui analisi è stata pubblicata sul Journal of Pediatric Surgery. La tecnica utilizzata, nello specifico, si chiama magneto-anastomosi ed è stata utilizzata per curare l’atresia dell’esofago, una malformazione congenita rara che comporta la mancanza di un tratto di esofago e impedisce nei neonati la normale alimentazione attraverso la bocca.

Grazie all’azione di due magneti, posizionati alle estremità dei monconi esofagei, è possibile ristabilire la continuità dell’esofago senza ricorrere a interventi chirurgici. L’importanza di questa tecnica innovativa e, soprattutto, non invasiva (tema molto importante, anche perché si sta parlando di interventi nei corpicini di neonati, ndr) permette di trattare, senza ricorrere a un intervento chirurgico vero e proprio, l’atresia dell’esofago nella sua variante meno comune, quella senza fistola tracheo-esofagea, nota anche come “long-gap”. I piccoli pazienti che ne sono affetti, infatti, devono essere nutriti temporaneamente in modo artificiale fino alla risoluzione del problema. L’intervento con i magneti dura in media circa un’ora rispetto alle quasi quattro ore della tecnica chirurgica classica e nel giro di una settimana circa, la pressione esercitata dai magneti “erode” le pareti dell’esofago aprendo il passaggio tra moncone superiore e inferiore. Contemporaneamente, grazie al contatto prolungato, i due monconi si saldano tra loro, rendendo l’esofago continuo. Ovviamente, terminato il processo in questione, i due magneti vengono rimossi semplicemente sfilando il tubicino morbido sul quale erano stati posizionati, dando così l’opportunità ai piccoli pazienti di tornare ad alimentarsi attraverso il cavo orale; ovviamente, sono necessarie anche alcune sedute di dilatazione dell’esofago per garantire un’ampiezza adeguata anche per il passaggio di cibi più consistenti del latte. Ma non è finita qua: prossimamente, infatti, partirà uno studio multicentrico internazionale, per sviluppare e testare nuovi magneti appositamente brevettati per l’uso clinico. Per l’Italia, al centro, ovviamente ci sarà il Bambino Gesù.