La battaglia al cambiamento climatico non passa solo attraverso i comportamenti individuali e le azioni degli Stati, delle multinazionali e delle aziende (anche se, evidentemente, si tratta dei punti principali di partenza), ma anche tramite la tecnologia. E, nello specifico, questa tecnologia ha un nome: High Performance Computer. Stiamo parlando di sistemi di elaborazione di grande potenza che possono essere utilizzati per ridurre i rischi associati ai cambiamenti climatici, il tutto attraverso l’elaborazione di dati e la produzione di previsioni climatiche accurate, dando quindi luogo a una gestione sostenibile e ragionata delle risorse naturali.

Una tecnologia all’avanguardia, ma non c’è bisogno di scomodare i giganti della Silicon Valley per comprenderne le potenzialità. Infatti, questa tecnologia si trova anche in Italia. In Trentino, per essere precisi. È proprio a ridosso delle Dolomiti che gli High Performance Computer vengono utilizzati per monitorare le zone colpite dal bostrico a seguito della tempesta Vaia, ma anche per creare mappe del taglio dei prati e di uso dei pascoli. Dell’importanza di questi dispositivi per l’ambiente trentino ha parlato Damiano Gianelle, responsabile dell’Unità di ricerca ecologia forestale e coordinatore delle attività della Fondazione Mach per il progetto legato a questi super computer: “La Fondazione svolge ricerche sulle interazioni tra la vegetazione. Abbiamo utilizzato il super computer di Cineca (ente coordinatore del progetto europeo Highlander, ndr) per elaborare immagini satellitari al fine di monitorare i boschi in Trentino colpiti dal bostrico, ma anche per creare mappe di taglio dei prati e non da ultimo, mappe di uso dei pascoli da parte dei bovini confrontando le dinamiche annuali con quelle medie del quinquennio precedente per verificare l’intensità di utilizzo delle aree nei diversi anni”. Insomma, in un territorio in cui la natura ha un peso particolarmente specifico, il benessere delle piante e della biodiversità passa attraverso queste sofisticate tecnologie che rappresentano, evidentemente, un contributo fondamentale per la tutela dell’ambiente e del suo stato di salute. E se fosse proprio questa la soluzione per porre un freno, magari definitivo, al cambiamento climatico?