Secondo l'ultima indagine internazionale di Ipsos sul livello di felicità dei cittadini in 30 Paesi del mondo, l'Italia si posiziona a metà della classica, con il 66% dei rispondenti che si dichiara molto o piuttosto felice. Nella Giornata Internazionale della Felicità (20 marzo), indetta nel 2012 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite per incoraggiare la ricerca della felicità come scopo e diritto fondamentale dell'uomo, i pastai di Unione Italiana Food hanno celebrato il sentimento più bello con un piatto di pasta, in grado di suscitare emozioni positive e regalare il buonumore.

Ora la conferma arriva anche dalla scienza. Se, infatti, da un lato abbiamo sempre saputo che la pasta rende felici, quello che fino a poco fa non sapevamo è che esiste un vero e proprio meccanismo emozionale e neurofisiologico alla base del benessere psicofisico che si prova mangiando un piatto di pasta. Una vera e propria esplosione di felicità, pari o addirittura superiore all'emozione suscitata dalla nostra canzone preferita o da un gol della propria squadra del cuore, evidenza che per la prima volta è stata indagata e misurata scientificamente. Uno studio tutto italiano, del "Behavior & Brain Lab” della Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM, ha indagato la sfera emotivo gratificatoria per capire come, quanto e perché siamo felici quando mangiamo un piatto di pasta, tracciando cosa "accende” nel nostro cervello una buona forchettata di spaghetti. Per farlo, i ricercatori hanno utilizzato le metodologie neuroscientifiche e del brain tracking simili a quelli che servono per la macchina della verità (l'analisi delle espressioni del volto, delle attivazioni cerebrali legate alle emozioni, della variazione del battito cardiaco e della microsudorazione) su un campione di 40 soggetti (20 donne e 20 uomini) di età compresa tra i 25 e i 55 anni e senza allergie o intolleranze alimentari (qui il link allo studio). Lo studio ha così individuato il tipo di reazione emotiva e il relativo grado di coinvolgimento dell'assaggio di un piatto di pasta, in comparazione ad alcune attività preferite come ascoltare musica, o guardare le olimpiadi, una partita di calcio o di tennis. Lo studio conferma che mangiare pasta provoca uno stato emotivo-cognitivo positivo con dei risultati uguali, se non addirittura superiori, rispetto a quelli registrati con musica e sport. I quattro parametri di analisi esaminati ci dicono anche che l'esperienza emotiva vissuta durante la degustazione della pasta preferita è pari a quella generata dalla rievocazione di ricordi felici. In particolare quelli legati alla famiglia.