Sono 42 i Comuni coinvolti dall’alluvione che dal 15 maggio sta nuovamente sconvolgendo l’Emilia-Romagna, da Bologna a Rimini. Secondo i dati aggiornati all’ultimo briefing con la stampa in Regione con la Protezione Civile, sono 10mila finora gli sfollati, di cui 2600 ospitati in palestre e punti di assistenza improvvisati: “sottolineiamo che questo momento deve essere di accoglienza temporanea, lavoreremo per una sistemazione dignitosa per tutti ma la logistica è difficile, perché al momento ci sono ancora le acque alta” dice la vicepresidente della Regione, Irene Priolo.

La pioggia intensissima che si è abbattuta su tutta l’Emilia-Romagna ha già fatto 9 vittime, travolte dalle piene di 21 fiumi che hanno esondato: tra questi il Ravone a Bologna. Faenza è di nuovo allagata come due settimane fa, Cesena e Forlì sono in condizioni terribili, anche nel Ravennate ci sono stati moltissimi evacuati. Priolo spiega che “abbiamo aperto il Cavo Napoleonico, che fa defluire le acque del Reno nel Po, e sono state riversati 25 milioni di metri cubi di acqua nonostante 21 corsi di acqua tracimati: per dire quanta acqua dobbiamo portare via…”. Sono 250 le strade chiuse in maniera permanente, 400 contando quelle bloccate “a causa delle 300 frane attive” sottolinea il presidente Stefano Bonaccini. E il meteo per i prossimi giorni non promette clemenza: “Le piogge dei prossimi giorni non ci preoccupano tanto per l’ulteriore allargamento dei fiumi ma perché contribuiranno alle frane in montagna” aggiunge Priolo. Le maggiori criticità a livello di dissesto si registrano al momento nella parte appenninica di Forlì e Cesena, con frazioni isolate: Enel sta intervenendo per ripristinare l’elettricità, dopo che migliaia di persone sono rimaste al buio. “e dobbiamo capire il fabbisogno per l’approvvigionamento di derrate alimentari”. La Regione renderà attivo un numero verde unico per le richieste di assistenza.