Sono oltre 838mila i quintali di uve Moscato bianco raccolti nel 2023, per un potenziale produttivo di 83 milioni di bottiglie. A questi si aggiungono i quasi ottomila quintali destinati alla produzione del Canelli Docg – lo scorso anno alla sua prima raccolta - per un corrispettivo potenziale di 785mila bottiglie da 0,75l. È questo il consuntivo della vendemmia 2023 dell’Asti Docg, secondo le elaborazioni dell’omonimo consorzio di tutela su base SIAN. E se dal punto di vista qualitativo le uve si attestano in ottimo stato fitosanitario, sul fronte quantitativo si registra un calo del 10,8% rispetto al 2022.

Una riduzione del raccolto, quella del 2023, dovuta ad un anno complesso dal punto vista meteorologico caratterizzato da periodi di caldo estremo e siccità prolungata alternati a fenomeni avversi come le grandinate di luglio e agosto che hanno colpito, seppur marginalmente, la denominazione piemontese. A questi ha fatto seguito anche un’estate settembrina con sole e caldo sopra la media che ha sì influito in maniera positiva sulla qualità delle uve ma ha contribuito ad un alleggerimento dei frutti sulla pianta. “Il progetto è in itinere, perché deve affrontare un duplice step fondamentale: il primo è di ordine burocratico, con l’approvazione del Comitato vini; il secondo riguarda l’aspetto tecnico-produttivo per cui abbiamo già avviato una sperimentazione”. Lo ha detto il presidente del Consorzio Asti Docg, Lorenzo Barbero, commentando la proposta dell’Ente di aggiungere la versione rosata all’Asti Spumante. “Si tratterebbe – ha aggiunto Barbero – di un prodotto che unisce 2 vitigni entrambi aromatici – un unicum nel suo genere in Italia – grazie al Moscato bianco e al rosso del Brachetto”.