“Il vostro impegno quotidiano sostiene ed esprime il legame tra l’Italia e i milioni di connazionali che si trovano al di fuori dei confini nazionali. Voi contribuite, con grande merito, a rappresentarli. Un’ampia popolazione, composta da collettività all’estero che sono parte integrante del tessuto del Paese”. Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontrando il 17 giugno al Quirinale una delegazione del Consiglio generale degli italiani all’estero, riunito in plenaria fino al 20 giugno.

“Vorrei esprimervi anzitutto il convinto sentimento di riconoscenza per il lavoro che svolgete al servizio delle nostre comunità nel mondo”, ha sottolineato Mattarella. Sul tema della cittadinanza, Mattarella spiega: “Il tema del decreto-legge recante la recente riforma sulla cittadinanza ha suscitato attenzione e dibattito nelle comunità degli italiani: ‘spaesamento’ lo ha definito, poco fa, la Segretaria Generale. Sarà certamente utile - e da seguire con attenzione - la riflessione che si aprirà sul tema nel vostro Consiglio in questa sessione, per favorire una meditata considerazione - ed eventualmente riconsiderazione - dei temi che si sono aperti”. “La partecipazione al voto da parte dei nostri connazionali all’estero - espressione di ‘cittadinanza attiva’- concorre all’energia che fa vivere la nostra società democratica e allo stesso modo vi contribuisce la scelta dei componenti di organismi quali i Comitati degli Italiani all’Estero e dello stesso CGIE, che rafforzano la concezione di una democrazia libera e aperta a tutti i cittadini, ovunque essi abbiano scelto di vivere”, ha detto Mattarella. “La storia della migrazione italiana è parte essenziale della nostra identità nazionale. Dalle grandi migrazioni successive all’Unità d’Italia, alle numerose partenze nel secondo dopoguerra, generazioni di italiani hanno trovato destini migliori al di fuori del nostro Paese, sostenendone, in modo determinante, la ripresa e lo sviluppo con le consistenti rimesse finanziarie del secolo scorso. Il loro apporto, da una prospettiva più ampia si è anche tradotto nel dar vita a preziosi legami fra l’Italia e i Paesi di accoglienza, legami alimentati dal rispetto e dall’ammirazione per quanto essi hanno saputo realizzare, e, inoltre, nel diffondere le molteplici espressioni della cultura del nostro Paese – ha proseguito il Capo dello Stato -. Le collettività italiane hanno saputo rendere ‘prossima’ l’Italia a tutte le latitudini - come ha voluto sottolineare la dottoressa Prodi -. Anche nei luoghi più remoti sono stati ambasciatori autentici della italofonia. Si tratta di elemento rilevante nella politica internazionale della Repubblica, affermando valori come il dialogo, la laboriosità, l’accoglienza, la pace”. Nella storia della migrazione italiana “un ruolo fondamentale è stato svolto dalle donne – ha proseguito il Capo dello Stato -. Sin dalle prime ondate migratorie, le nostre connazionali sono state le autentiche custodi della lingua, della cultura e delle tradizioni, trasmettendo valori alle successive generazioni e mantenendo vive le radici con l’Italia, finanche in contesti difficili. Perno della famiglia in ogni contesto. Educatrici, scienziate, imprenditrici, operatrici culturali: la loro presenza ha rappresentato la struttura portante delle nostre collettività all’estero, contribuendo in modo decisivo alla loro coesione e, al tempo stesso, all’integrazione nelle comunità d’accoglienza”. “A lungo si è dibattuto sull’impoverimento avvenuto con il trasferimento all’estero di tante energie. Oggi, nel contesto multilaterale globale, sempre più spazio ha acquisito la cosiddetta ‘nuova mobilità’, composta da energie in movimento di ogni appartenenza sociale e categoria professionale, fra cui naturalmente molti giovani. Tra di essi si contano circa mezzo milione di laureati che negli ultimi 15 anni sono partiti da ogni parte d’Italia verso mete quali Regno Unito, Germania, Svizzera, Francia, Spagna e Stati Uniti, per investire sul proprio futuro, portando con sé talento, passione e tanta determinazione, contribuendo - una volta di più - allo sviluppo dei Paesi che li ospitano – ha proseguito Mattarella -. È frutto di quella dimensione globale, di quella spinta all’unità, che deriva dalla consapevolezza di un destino comune dell’umanità. Per le generazioni più giovani - soprattutto quando non è una scelta resa necessaria da mancanza di adeguate prospettive nel nostro Paese - l’esperienza all’estero costituisce sovente parte di un percorso di arricchimento, che può preludere al rientro, con una dinamica diversa dal passato, in cui partenza e ritorno disegnano una realtà di vasi comunicanti in grado di arricchirsi vicendevolmente, oltre a rappresentare una sfida permanente per l’Italia perché sappia essere attrattiva”. “È in questo percorso comune, fatto di tenace lavoro e impegno ideale, che il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero e il contributo di tutti voi Consiglieri – tanto più meritevole perché svolto in una dimensione di puro servizio – assume un ruolo rilevante, consentendo di dare voce alla grande pluralità dei nostri concittadini all’estero e alle sue sensibilità”, ha concluso Mattarella.