SACE diffonde il Focus On “Agroalimentare: Italia, una (pen)isola felice”, un’analisi sull’export del settore realizzata dal proprio Ufficio Studi. Stando al documento, la situazione per il Paese appare al momento positiva, nonostante le molte incertezze sul futuro. L’Italia, forte di un alto valore di vendite estere di prodotti lavorati (vini e spirit su tutti) - a fronte di un import composto in larga misura da prodotti agricoli o comunque in fasi iniziali di lavorazione - presenta un saldo commerciale in positivo (4,6 miliardi di euro) e si posiziona al nono posto tra gli esportatori mondiali e all’ottavo tra gli importatori.

Nel periodo 2010-2019 il valore dell’export italiano di agroalimentare è cresciuto a un tasso annuale composto (CAGR) del 6,3%, una performance migliore delle esportazioni complessive (+5,1%). Nel 2021 ha raggiunto la soglia record di 52 miliardi di euro (+11,1% rispetto all’anno precedente), grazie soprattutto al traino di alimentari e bevande (+11,6%), e prodotti agricoli (+8,8%). Il 2022 si prospetta essere un anno ancora di crescita (+19,5% tra gennaio e marzo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), pur mostrando rischi al ribasso legati alle incognite del contesto internazionale e agli aumenti di prezzo delle materie prime agricole. Per quanto riguarda la composizione delle esportazioni italiane agroalimentari, più dell’85% è composto da bevande, prodotti alimentari e tabacco, mentre i prodotti agricoli sono la restante parte. Nello specifico, le bevande rappresentano la prima categoria esportata (10,4 miliardi di euro), con un peso del 20% sul totale del settore.