Tutti amano la pizza, questo è risaputo. Forse meno risaputo, ma altrettanto vero, è che 4 italiani su 10, invece, di quelle che si trovano nelle pizzerie e pizze al taglio delle nostre città, per non parlare di quelle surgelate nei supermercati, non sanno proprio che farsene: loro, infatti, sono amanti della pizza fatta in casa. Una tendenza nata, o forse sarebbe più giusto dire riscoperta, sull’onda lunga del lockdown, in cui in un modo o nell’altro bisognava passare il tempo e molti, appunto, hanno optato per la cucina fai da te.

Per i provetti pizzaioli delle quattro mura, poi, va detto che l’idea della pizza home made, secondo Coldiretti, risolve pure il problema dell’originalità degli ingredienti in un’Italia dove quasi due pizze su tre di quelle servite sono ottenute da un mix di prodotti provenienti da migliaia di chilometri di distanza senza alcuna indicazione per i consumatori, dalla mozzarella lituana al concentrato di pomodoro cinese, ma c’è anche l’olio tunisino e il grano ungherese. Insomma, la scelta della pizza fatta in casa, secondo la principale delle associazioni di coltivatori italiani, strizza particolarmente l’occhio al made in Italy. Anche perché non va dimenticato che la pizza, in Italia, potrebbe rappresentare pure una voce del Pil a voler esagerare, ma forse nemmeno troppo: in Italia, infatti, si sfornano 2,7 miliardi di pizze all’anno (comprese quelle che escono da forni e fornaci delle abitazioni private), che in termini di ingredienti significano durante tutto l’anno 200 milioni di chili di farina, 225 milioni di chili di mozzarella, 30 milioni di chili di olio di oliva e 260 milioni di chili di salsa di pomodoro. Come popolo, siamo decisamente ghiotti di pizza, tanto che siamo quelli che ne consumano di più in Europa (7,8 chili all’anno). Meglio di noi solo gli statunitensi con 13 chili; stomaci d’acciaio quelli a stelle e strisce. Però chissà come se la cavano con la pizza fatta in casa. In questo senso, in Italia, sappiamo decisamente il fatto nostro.