Trentasei miliardi di euro potrebbero entrare nelle casse delle aziende italiane, ma non succede a causa della contraffazione dei marchi del made in Italy. L’Ocse ha stimato il danno per l’economia italiana dovuto ai prodotti che violano i diritti di proprietà intellettuale: si tratta del 3,6% delle vendite delle aziende italiane, sia in Italia che all’estero.

L’Ocse ha provato anche a capire da dove arrivano i prodotti contraffatti venduti in Italia. Secondo le stime i primi fornitori di merci taroccate sono la Cina e Hong Kong. Ma è la Turchia il principale canale, tra i Paesi più vicini, della merce contraffatta in Italia. Il calo delle vendite delle aziende in regola riduce la domanda di manodopera. In un anno i posti di lavoro persi in Italia nel commercio all’ingrosso e al dettaglio a causa di importazioni di prodotti contraffatti e piratati sono stati più di 31.000, vale a dire oltre l’1,7% degli occupati in questo comparto. Il numero totale di posti di lavoro persi nelle imprese italiane per via della violazione globale di marchi registrati arriva a oltre 57.000 persone, pari al 2,3% degli addetti del settore manifatturiero in Italia.