L'inflazione su base annua nell'area Ocse misurata dall'indice dei prezzi al consumo è scesa al 10,3% a novembre 2022, tornando al livello registrato ad agosto, dal 10,7% di ottobre. Una piccola boccata di ossigeno per l'economia globale, con diminuzioni dell'inflazione tra ottobre e novembre che sono state registrate in 25 dei 38 paesi Ocse.

Ciononostante, l'inflazione è aumentata ancora di almeno 0,5 punti percentuali in Cile, Repubblica Ceca, Finlandia, Ungheria, Slovacchia e Svezia. I più alti tassi di inflazione su base annua sono stati registrati in Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania e Türkiye (tutti superiori al 20%). L'inflazione nel settore dell'energia ha continuato a scendere nei Paesi Ocse al 23,9% a novembre, dopo il 28,1% di ottobre, raggiungendo il tasso più basso da settembre 2021. Tuttavia, è rimasta al di sopra del 10% in 34 dei 38 paesi OCSE e al di sopra del 30% in 14 di essi. Aumenti si sono registrati solo in Repubblica Ceca, Finlandia, Slovenia e Svezia. L'inflazione alimentare è rimasta stabile al 16,1%, mentre l'inflazione al netto di alimentari ed energia è scesa marginalmente al 7,5% a novembre. L'inflazione su base annua nel G7 è scesa invece al 7,4% a novembre, dal 7,8% di ottobre. Tra i paesi del G7, l'inflazione è diminuita in Germania, Regno Unito e Stati Uniti e ha mostrato variazioni solo modeste negli altri paesi. L'inflazione di prodotti alimentari ed energetici ha continuato a essere il principale contributore all'inflazione complessiva in Francia, Germania, Italia e Giappone, mentre l'inflazione al netto di prodotti alimentari ed energetici è stata la principale determinante dell'inflazione in Canada, Regno Unito e Stati Uniti.