Il caro prezzi taglia del 4,7% le quantità di prodotti alimentari acquistate dagli italiani nel 2023 che sono però costretti però a spendere comunque il 7,7% in più a causa dei rincari determinati dalla crisi energetica. È quanto emerge dall’analisi Coldiretti su dati Istat relativi al commercio al dettaglio nel primo trimestre del 2023 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente che evidenzia l’importanza per i bilanci delle famiglie del settore agroalimentare al centro di Tuttofood.

Con il caro prezzi e il cambiamento climatico che ha decimato i raccolti, gli italiani hanno tagliato gli acquisti di frutta e verdura, che crollano del 9% in quantità rispetto allo scorso anno, ai minimi da inizio secolo. È quanto emerge dall’analisi di Coldiretti sulla base dei dati Cso Italy. “Gli italiani, hanno ridotto del 17% le quantità di pere, del 11% le arance e l’uva da tavola, dell’8% le pesche, le nettarine e i kiwi e del 5% le mele mentre tra gli ortaggi crollano del 24% gli acquisti di asparagi e del 20% quelli di radicchi.

Dal 16 al 20 giugno a Colli del Tronto (AP) si terranno il "32° Convegno Mondiale delle Camere di Commercio Italiane all'Estero" e la "Riunione dei Segretari Generali delle Camere di Commercio Italiane all'Estero". Gli eventi sono organizzati da Assocamerestero e Camera di Commercio delle Marche, in collaborazione con Unioncamere e la suddetta Regione.

Il reddito familiare reale pro-capite è cresciuto dello 0,6% nell'area Ocse nel quarto trimestre del 2022, superando la crescita del PIL reale pro capite dello 0,1%. Nonostante una crescita moderata nel terzo e quarto trimestre, su base annua il reddito familiare pro capite reale del 2022 è diminuito del 3,8%, il calo annuo maggiore dall'inizio della serie.

Dai risultati del “Termometro Altroconsumo 2022” sulla capacità di spesa delle famiglie italiane, si evidenzia un quadro allarmante. L'Organizzazione di consumatori - insieme alle omologhe di Spagna, Belgio e Portogallo che fanno parte di Euroconsumers - ha condotto la periodica indagine che stima, tramite un indice studiato ad hoc, il livello di difficoltà dei consumatori nell'affrontare le spese durante l'anno precedente, le differenze fra le aree geografiche e fra le tipologie di famiglia, insieme alle aspettative per l'anno a venire.

Il 2023 inizia con un nuovo record storico per le esportazioni alimentari che fanno segnare a gennaio un aumento del 18% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti su dati relativi al commercio estero dell’Istat a gennaio 2023.

Nel mese di dicembre 2022, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenti dello 0,3% su base mensile e dell’11,6% su base annua (da +11,8% del mese precedente), confermando la stima preliminare. Lo rende noto l'Istat. In media, nel 2022 i prezzi al consumo crescono dell’8,1% (+1,9% nel 2021). Al netto degli energetici e degli alimentari freschi (l’“inflazione di fondo”), i prezzi al consumo aumentano del 3,8% (+0,8% nell’anno precedente) e al netto dei soli energetici del 4,1% (+0,8% nel 2021).

Con un aumento del 17% è record storico per l’export agroalimentare italiano nel mondo che ha raggiunto i 60 miliardi di euro nel 2022 trainato dai prodotti simbolo della Dieta Mediterranea come vino, pasta e ortofrutta fresca che salgono sul podio dei prodotti italiani più venduti all’estero. È quanto emerge dalle proiezioni della Coldiretti sulla base dei dati Istat sul commercio estero relativi ai primi undici mesi del 2022 che evidenziano un balzo a doppia cifra per l’alimentare nonostante la guerra in Ucraina e le tensioni internazionali sugli scambi mondiali di beni e servizi.

L’11% dei sequestri globali di merci che vìolano i diritti delle PMI riguardano imprese italiane, terze al mondo a subire tali infrazioni, precedute soltanto da quelle statunitensi e svizzere.
Il dato emerge dallo studio "Rischi del commercio illecito di prodotti contraffatti per le piccole e medie imprese", nato dalla collaborazione tra EUIPO (Ufficio europeo per la proprietà intellettuale) e OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici).
La ricerca per la prima volta si concentra sulle piccole imprese, offrendo nuovi spunti di riflessione sull’impatto della contraffazione e di altri tipi di violazione dei diritti di proprietà intellettuale (DPI) sulle PMI.






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