Paolo Rumiz 2011Paolo Rumiz, nella foto a sinistra, è un giornalista e scrittore di Trieste, noto al pubblico per le sue collaborazioni con le testate del Piccolo di Trieste e di Repubblica, e per i suoi numerosi viaggi, seguiti da cronache compiuti sia in treno che in bicicletta e a piedi. Ha pubblicato molti libri, l’ultimo dedicato alla via Appia, alla sua riscoperta e valorizzazione storica e culturale, dedicando un viaggio a piedi con amici e con la moglie, dal titolo “Appia” nel 2016. 

Rumiz sarà ospite a Zurigo, dell’ASRI, dove terrà una conferenza dal titolo “ L’Appia ritrovata. In cammino da Roma a Brindisi.”, eccovi qualche anticipazione in questa intervista :

 

 

 

L’Appia ritrovata. In cammino da Roma a Brindisi questo è il tema della conferenza che terrà a Zurigo, ci può introdurre l’argomento?

Sono viaggiatore prima che giornalista e scrittore. Mi mancava un grande viaggio a piedi e l'Appia ce l'avevo nel cuore da molti anni. Il desiderio di rifarla è esploso quando ho scoperto che l'Italia l'aveva dimenticata. Ho sentito il dovere di restituire al Paese questo bene incredibilmente abbandonato. 

Che cosa significa il viaggio per Lei, e perché poi sente il bisogno di scriverlo?

Il viaggio è fatto di incontri prima che di paesaggi. Ho bisogno di incontrare la gente per capire chi sono. E' una ricerca che dura tutta la vita. Io mi specchio negli occhi dell'Altro. 

Lei ha percorso l’Appia, con sua moglie, come è andato quel viaggio? 

A piedi, abbiamo affrontato mille ostacoli, perché la prima via d'Europa, rimasta quasi intatta per duemila anni, era continuamente interrotta dagli sconci degli anni Sessanta. Ma abbiamo trovato un'immensa bellezza. E l'accoglienza di un'Italia minore, ancora non stuprata dal turismo di massa. 

Dieci chili sulla schiena e basta. L'importante nei viaggi a piedi è curare i piedi, onorarli, ringraziarli perché ci portano in giro con tanta pazienza. I piedi sono importanti. Ci fanno stare eretti e guardare gli altri negli occhi. Noi comunichiamo con la nostra andatura. Io ai miei piedi ci parlo. I pensieri salgono dal terreno, non scendono dal cielo.

libro1Che difficoltà tecniche avete incontrato? 

Soprattutto cartografiche. In molti punti la via era scomparsa. Ma le carte del secondo dopoguerra ci hanno molto aiutato. Abbiamo percorso sessanta chilometri in più dei Romani antichi a causa degli ostacoli creati da una modernità invasiva. Oggi noi frammentiamo le strade di rotonde e circonvallazioni. I romani andavano dritti. Magnificamente dritti.

Lei ha viaggiato con vari mezzi di trasposto, qual’è il suo preferito?

La bicicletta, una delle grandi invenzioni dell'umanità. Anni fa l'ho usata per raggiungere Istanbul. Un viaggio sublime in cerca del sole nascente. Ho bevuto una quantità di liquidi pari al mio peso, e metà di quel peso era fatto di birra. A fine tappa ero liofilizzato.

Che cosa non manca mai nel suo zaino?

Un taccuino, che diamine! Riesco a riempirne anche uno al giorno.

In un mondo che viaggia veloce, Lei consiglia invece di viaggiare a piedi o in bicicletta?

E' un paradosso ma i mezzi lenti avvicinano i luoghi perché ti fanno memorizzare la strada. Ogni chilometro è come se tu attraversassi il giardino di casa tua. Einstein aveva torto. La velocità NON accorcia lo spazio.

Il suoi reportage sull’Appia, sono serviti a sensibilizzare e a portare l’attenzione sulla tutela del paesaggio e sul nostro patrimonio culturale, che tipo di investimento ci vorrebbe per valorizzare l’Appia antica?

E' nato un movimento, che ha spinto il Sud Italia verso i sentieri e le antiche strade. Negli ultimi due anni ho incontrato almeno diecimila persone tra Roma e Brindisi, cariche di passione per il territorio. Ma la politica dei piccoli notabili di periferia è sorda a questo richiamo. Loro asfalterebbero tutto.Una barbarie contro cui dobbiamo combattere col voto. Il ministero dopo questo viaggio ha stanziato venti milioni di euro per rilanciare la strada con ostelli e segnaletica. Ma il vero modo di valorizzare questa strada è che le comunità locali la adottino. Questa è una rivoluzione del basso.

Lei ha viaggiato molto, qual’è stato il Suo viaggio più bello?

Forse quello descritto in "Trans Euroopa express". Uno slalom gigante fuori e dentro le frontiere dell'Ue da Nord a Sud (Murmask-Istanbul). Ho scoperto che l'Anima del continente era più visibile fuori dall'Ue che dentro. 

E’ più facile viaggiare senza portarsi dietro poi la responsabilità del racconto?

Buona domanda. Ogni tanto vorrei scaricarmi da questo peso. Ma poi ci ricasco. Io porto un taccuino anche quando  esco di casa a piedi per fare le spesa. Farei l'inventario del mondo, se potessi. La curiosità mi rovina. Quando morirò troverete accanto al mio letto un foglietto con qualche parola buttata lì qualche minuto prima…

 

 

Conferenza

 

Martedì, 8 Maggio 2018, alle 18.15

 

Sala del Liceo Artistico, Parkring 30, 8002 Zurigo

 

Paolo Rumiz

terrà una conferenza su

 

L’Appia ritrovata.

In cammino da Roma a Brindisi

 

 

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