ENDORFINE 1Roberta Nicolò è una giovane giornalista e scrittrice ticinese. Molto legata al suo territorio, nel quale da tempo si muove in svariati ambiti culturali dall’anno scorso, è anche direttrice ed ideatrice di Endorfine Festival. Quest’anno svariati ospiti e temi caldi, si intrecceranno a settembre al Parco Ciani di Lugano, dando il via a dibatti e riflessioni, che ogni giorno animano la nostra realtà. Ecco come Roberta ci racconta il prossimo Endorfine Festival: 

 

1. Che cos’è Endorfine Festival e ci spieghi il perché del nome Endorfine?

Endorfine è un festival del pensiero e della creatività che vuole portare a Lugano relatori ed eventi capaci di stimolare una riflessione e un dibattito su temi legati all’attualità. Ogni anno scegliamo un macro tema sul quale interrogarci. Per la prima edizione si è ragionato attorno al possibile significato del termine identità. Per questo 2020, invece, il macro tema è rivoluzioni o cataclismi. È buffo perché mai come in questo momento il macro tema che abbiamo preferito (lo abbiamo scelto nell’ottobre 2019) è calzante. Stiamo vivendo a pieno in una realtà che ci pone di fronte a questo interrogativo.  

La scelta del nome Endorfine è legata al valore delle sostanze, le endorfine appunto, che sono prodotte dal nostro cervello e che sono dei neurotrasmettitori. Le endorfine sono in grado di procurare uno stato di euforia o di sonnolenza più o meno intenso a seconda della quantità rilasciata. Le nostre endorfine vogliono aprire una finestra sul mondo che ci circonda, stimolando lo spettatore in maniera positiva ma anche critica.

ENDORFINE2 .Che tipo di problemi avete avuto a livello organizzativo a confronto del festival dell’anno scorso, visto il Covid?

Il covid ci ha colti in un momento topico dell’organizzazione del Festival 2020. Avevamo stilato un programma molto ampio e che raccoglieva ospiti internazionali, con alcuni di loro le trattative erano già in fase conclusiva e ci siamo dovuti fermare. L’avvento del virus a livello globale ha rimescolato le carte. Fare arrivare ospiti dal latino America o anche dagli Stati Uniti ci è risultato impossibile. Ma anche da altri paesi europei l’ipotesi di una trasferta da e per la Svizzera è risultata troppo complicata. Ci siamo interrogati molto sul da farsi. Se scegliere una versione online, annullare o mantenere un’organizzazione in presenza, giocando su una maggior prossimità degli ospiti. Abbiamo optato per quest’ultima soluzione. Il nostro è un festival appena nato e rinunciare alla seconda edizione sarebbe stato davvero peccato. Abbiamo lavorato in maniera flessibile e ancora lo stiamo facendo. Ad oggi abbiamo 4 eventi già confermati e organizzati, ma potremmo avere in serbo per il nostro pubblico un’ennesima sorpresa. Noi ce la stiamo mettendo tutta.

3. Dove si svolgeranno gli incontri con il pubblico?

Anche su questo fronte, per questa edizione 2020, abbiamo fatto un’eccezione. Endorfine ha per vocazione l’idea di Festival diffuso che mira a valorizzare molti spazi della città di Lugano e si gioca, quindi in diverse location. Ma proprio a causa del Covid19 abbiamo optato per un’unica location all’aperto che è la splendida cornice del Parco Ciani. Questo ci permette di garantire ai nostri spettatori un luogo aperto e sufficientemente grande per assicurare il corretto distanziamento. In caso di pioggia, invece, lo spazio scelto è il Padiglione Conza che permette anch’esso di gestire la giusta distanza sociale.

4. Che tipo di “precauzioni” dovete seguire voi organizzatori per poi dare la linea al Festival?

In primo luogo garantiamo la distanza sociale tra il pubblico. Lo spazio del Ciani e anche quello del Conza ci permettono di gestire bene le sedute, inoltre abbiamo limitato l’affluenza. Ci sono solo 200 posti per ogni evento ed è obbligatoria la prenotazione. Proprio in fase di prenotazione, che viene fatta attraverso il nostro sito (endorfine.site), occorre lasciare tutti dati utili al contact tracing. Le nostre addette agli ingressi si assicureranno anche della corretta disinfezione delle mani. Per i relatori, invece, va garantita la massima sicurezza sia nella distanza sul palco tra loro e i giornalisti che moderano l’incontro, sia durante gli spostamenti da e per Lugano.

burioni5. Non a caso il primo ospite l’undici settembre sarà Roberto Burioni….

Esatto. Roberto Burioni non ha bisogno di presentazioni. È stato senza ombra di dubbio uno dei grandi protagonisti di questa pandemia. L’Italia, suo malgrado, si è travata ad essere il primo paese nel quale il virus ha preso piede in Europa. Il primo che, dopo la Cina, si è confrontato con una situazione drammatica. Una situazione, soprattutto quella lombarda, che ci ha toccati da vicino. Il Ticino è per sua conformazione geografica incuneato proprio tra quei territori che sono diventati, ad inizio marzo, zona rossa. Nella Svizzera italiana si respirava molta incertezza anche per la diversa gestione della crisi sanitaria tra i paesi. Con il Prof Burioni ripercorreremo quei momenti.

Abbiamo scelto Burioni perché rappresenta una delle voci più forti e anche più presenti nella narrazione della pandemia oltreconfine ed è questo paragone che ci interessa analizzare. Speriamo, però, di avere in platea non solo Garzoni, ma tanti dei nostri medici così che si possa sviluppare un’interessante dibattito. Uno dei punti fondamentali del nostro festival è proprio la possibilità di porre domande ai relatori da parte del pubblico.

 

6. Che tipo di legame c’è tra il primo ospite e l’ultimo? come scegliete i temi e i relativi relatori da portare al pubblico ticinese?

Come spiegato all’inizio lavoriamo per macro temi. Quest’anno abbiamo ragionato su quei momenti della storia, ma anche della vita personale, che segnano un cambiamento che potremmo definire epocale. Una volta determinata la linea la riportiamo a dinamiche più piccole. Per esempio, il nostro secondo evento, nel quale saranno presenti Agnese Moro e Adriana Faranda, segna davvero una rivoluzione sia storica sia personale. Ritorniamo agli Anni di piombo che hanno lasciato un segno pesante nella storia italiana e non solo. Anni nei quali il termine rivoluzione, inteso come rivoluzione politica e culturale, si è macchiato di grande violenza trasformandosi in un vero e proprio cataclisma. Ma segna anche un cambiamento importante nella vita di queste due donne che, oggi, lavorando insieme in un percorso di giustizia riparativa, ci sono da esempio. Ci aprono la mente ad un approccio nuovo alla giustizia, che getta le basi per una rivoluzione del pensiero che va, questa volta, nella direzione opposta. Un momento di incontro e non di scontro. Un atteggiamento di dialogo. Questo paradigma lo ritroviamo anche nell’affrontare il tema della violenza sessuale e della mafia che sono i protagonisti degli eventi Endorfine 2020.

7. Qual è il tema che più attirerà secondo te?

Sono tutti temi molto interessanti. Non credo ci siano differenze. Invito il pubblico a scoprirli tutti, perché sono certa sapranno regalare emozioni e stimoli significativi.

8. Che tipo di evoluzione prevedi per Endorfine ?

Tutto il team di Endorfine si augura di poter continuare ad offrire al pubblico momenti di qualità e confronto. Come direttore posso dire che l’obiettivo del Festival è quello di radicarsi nel panorama culturale della Svizzera Italiana e di crescere costantemente per diventare, tra qualche anno, un punto di riferimento non solo per il pubblico ticinese ma anche per quello internazionale. Le basi ci sono e il risultato della scorsa edizione ci fa ben sperare.

Nelle foto da sopra a sinistra la locandina di Endorfine Festival,  a destra un immagine del gremito pubblico presente all'edizione 2019, sotto a destra il Dott. Roberto Burioni. 

 

Info : https://www.endorfine.site