Donato Anchora, è scrittore, docente e attivista del reddito di base incondizionato. Dopo essersi impegnato per la raccolta firme nella prima iniziativa popolare federale in Svizzera, sul reddito di base incondizionato ha organizzato diversi dibatti pubblici sul tema. Nel 2016, ha ricoperto il ruolo di coordinatore del comitato cantonale ticinese in favore dell’iniziativa popolare, per sensibilizzare la popolazione sul tema, ed è cofondatore dell’associazione TIRBI- Ticino Reddito di Base Incondizionato .

Il suo nuovo libro, “Reddito di base incondizionato”, è un saggio che affronta il reddito di base all’interno di una visione a lungo termine, promuovendo un modello finanziario solido elaborando un profilo economico sociale e politico con numerose argomentazioni su cui riflettere. Ecco come spiega il suo punto di vista e il suo nuovo lavoro in questa intervista:
Il reddito di base incondizionato, sarà davvero la vera rivoluzione sociale del XXI secolo?
Se la libertà è un principio sacro allora non esiste rivoluzione più autentica che introdurre uno strumento reddituale che aumenta in maniera esplosiva la libertà di ognuno di noi.
Nella copertina del Suo libro ci sono degli uccelli che volano liberi, è questo che dovrebbe dare il reddito di base incondizionato ?
La vita di milioni e milioni di persone assomiglia alla vita degli uccelli bloccati in gabbia. Il reddito di base apre la gabbia. Sta poi alle persone imparare a volare.
Il reddito di cittadinanza per esempio in Italia è stato al momento dell’erogazione molto criticato e adesso si pensa ad un suo ritiro dopo solo un paio di anni di sperimentazione, la critica maggiore mossa è quella di togliere la voglia di lavorare a chi lo riceve… ecco Lei che ne pensa?
Anzitutto bisogna mettersi d'accordo sul significato delle parole. L'espressione "reddito di cittadinanza" effettivamente mette in confusione la gente perché il significato di quell'espressione è identico al significato di "reddito di base incondizionato". Tuttavia il reddito di cittadinanza così come applicato in Italia non ha nulla a che vedere con il reddito di base incondizionato. L'RDC italiano equivale alla nostra assistenza sociale. È un sussidio condizionato, non un reddito incondizionato. Fatta questa doverosa premessa, il dibattito italiano sull'RDC è uno spettacoloso desolante. È risaputo che gli stipendi italiani sono eccessivamente bassi rispetto al costo della vita. Tale condizione in alcuni casi può far preferire l'RDC al lavoro, ed è giusto che sia così! Non si possono accettare condizioni di lavoro scandalose. Accettarle significa contribuire ad abbassare le condizioni di lavoro di tutti i lavoratori sul lungo termine, significa giocare al ribasso. L'RDC non serve solo a dare un reddito a chi rimane senza soldi, ma anche a rifiutare condizioni lavorative, inaccettabili, nonché tenere gli indigenti alla larga dalle organizzazioni mafiose o da crimini di piccola taglia (come i furtarelli). Ad ogni modo: l'RDC come inteso in Italia ce l'hanno tutti i Paesi europei più avanzati. Se gli Italiani lo aboliranno faranno ancora una volta quello che gli riesce meglio: tirarsi la zappa sui piedi.
In Ticino, Lei è stato uno dei promotori di punta del reddito di base incondizionato non solo impegnandosi nella prima iniziativa popolare federale sul reddito di base incondizionato, perché poi questa iniziativa non ha raggiunto il consenso che sperava?
Le idee veramente innovative sono tali perché cozzano con lo status quo sociale. Per questo ci mettono molto tempo ad essere accettate. Pensi ad esempio a quanto tempo ci ha impiegato il suffragio femminile ad imporsi.
In quali cantoni svizzeri secondo Lei dovrebbe già esserci un reddito di base incondizionato e a chi dovrebbe essere concesso?
In tutti i Cantoni, perché tutti hanno diritto ad auto determinare la propria vita.
C’è ancora la vecchia mentalità che il denaro debba essere guadagnato con il sudore come convincere e cambiare pensieri cosi radicati ?
Questo è il punto più problematico di tutti. Tale mentalità rappresenta l'etica borghese, che è a sua volta l'etica caratterizzante il periodo storico che viviamo. Cambieremo mentalità se saremo in grado di dare alla libertà la stessa importanza che diamo al lavoro e se ci renderemo conto che la ricchezza prodotta dai robot è frutto del lavoro di tutti noi, direttamente o indirettamente, e che é giusto che tutti usufruiscano almeno di una parte della ricchezza prodotta dai robot. In fondo questa logica rientra anche nella cultura borghese: abbiamo lavorato generazioni e generazioni per produrre le tecnologie che oggi fanno saltare tanti posti di lavoro, è dunque giusto ricevere indietro qualcosa di quel lavoro.
Quale fattore scatenerà a breve l’introduzione del reddito di base incondizionato?
Spero un cambiamento di coscienza sul tema. Altrimenti bisognerà aspettare una crisi economica pesantissima. Dobbiamo per forza soffrire per convincerci della bontà dell'idea?
Quali vantaggi e svantaggi vede nella sua introduzione a livello sociale ?
Vedo vantaggi a tutti i livelli. La disoccupazione si ridurrà a livelli minimali, le persone saranno più libere e quindi più felici. Le relazioni sociali, in famiglia e sul posto di lavoro miglioreranno perché la gente non sarà più così preoccupata di perdere il lavoro e perché potrà permettersi di lavorare a percentuali più basse e dedicare più tempo ai propri bisogni, alla propria famiglia, alle relazioni sociali. Il tasso di criminalità crollerà, le grosse reti criminali si sgretoleranno gradualmente perché non avranno più nuovi affiliati attraverso i quali crescere (perché darsi al crimine quando il reddito di base ti garantisce il cibo e un tetto sulla testa?). Migliorerà l'etica commerciale e anche la produzione industriale, e si ridurrà il consumismo, il quale ha radice nel dover dare a tutti un posto di lavoro: infatti se la gente non consuma non ci sono posti di lavoro, perciò è indotta a consumare all'inverosimile. Le donne potranno far valere la leva contrattuale del reddito di base per ottenere salari parificati a quelli degli uomini. Il reddito di base le aiuterà anche a d allontanarsi più velocemente da situazioni di violenza fisica, perché non saranno più economicamente dipendenti da chi le maltratta. Molti altri sono i vantaggi del reddito di base, basterà leggere il mio libro per rendersene conto.
Se a lei lo offrissero al posto di lavorare lo accetterebbe ?
Potrei farlo solo per un breve periodo e per uno scopo preciso, perché la prospettiva di vivere tutta la vita con soli 2'500 franchi al mese è abbastanza sconsolante. Uno scopo preciso per abbandonare temporaneamente il lavoro potrebbe essere iniziare una nuova formazione, occuparsi della nascita di un figlio, fare del volontariato, affrancarsi da una situazione lavorativa di sofferenza in attesa di trovare un altro posto di lavoro.La scelta che però il reddito di base porrà più frequentemente alle persone non sarà se lavorare o meno, ma a che percentuale lavorare. L'apporto del reddito di base rende possibile diminuire il grado di occupazione (e di riassorbire così una grossa fetta dei disoccupati). Perciò la vera domanda è: la gente continuerà a lavorare come ora o si concederà uno-due giorni di libero in più? Ognuno farà le sue debite riflessioni e agirà di conseguenza.

Donato Anchora

Reddito di base incondizionato. La rivoluzione sociale del XXI secolo.

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