Si intitola “Alla fine lui muore” il nuovo romanzo di Alberto Caviglia (Giuntina – 160 pagine – 14) presentato oggi a “Più libri, più liberi” a Roma.
C’è qualcosa che non va, in Duccio Contini. È così giovane e già passa le serate chiuso in casa a mangiare semolino e sorseggiare tisane con un plaid sulle ginocchia.


E pensare che fino a poco tempo fa era un promettente scrittore di successo. Allora perché adesso se ne va in giro per Roma con un carrellino per la spesa? Perché trascorre intere giornate davanti alle transenne di un cantiere o tra gli scaffali della farmacia su viale Trastevere? È forse possibile diventare vecchi a trent’anni?!
Dopo il dissacrante “Olocaustico”, Alberto Caviglia torna a giocare con la realtà in un nuovo romanzo dall’ironia spiazzante. Alla fine lui muore è una favola metropolitana, comica e amara, che manda in cortocircuito aspettative e stereotipi dei nostri tempi per trasformarsi in una satira surreale che punge e diverte.
Regista, sceneggiatore e autore satirico, Alberto Caviglia nasce a Roma nel 1984. Esordisce alla regia nel 2015 con il film Pecore in erba. Con la Giuntina ha pubblicato nel 2019 il suo primo romanzo, Olocaustico.