IL SETTORE MODA RIPARTE DA E-COMMERCE E SOSTENIBILITA’
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- Redazione
In Italia, dopo lo shock iniziale provocato dalla pandemia, l’intera industria della moda già nei primi 3 trimestri del 2021 registrava numeri positivi: il fatturato 2021 è stato di 64 miliardi di euro (-5% rispetto al 2019) che, includendo i settori collegati (occhialeria, gioielleria e cosmesi), sale a 83 miliardi. Non solo l’Italia, anche a livello europeo le stime del consumo di abbigliamento e calzature continuano ad essere in crescita: nei mercati UE si prevede in aumento del +7% per l'anno 2022, mentre per gli anni dal 2023 al 2025 la crescita media stimata è del 4,73% annuo.
E’ quanto emerge dalla ricerca “I nuovi trend della moda in Italia: il Made in Italy tra sostenibilità, online fashion e abbigliamento in affitto” di Rome Business School, la quale sostiene che si attende un ritorno ai livelli pre-crisi nell’arco di 12-18 mesi. Nel corso del 2020 a livello di consumi, la spesa media mensile delle famiglie residenti in Italia è diminuita del -0,9% rispetto al 2019 (2.328 euro mensili), il calo più notevole dal 1997 (Istat). La diminuzione ha investito soprattutto: ricreazione, spettacoli e cultura (-26,4%), trasporti (-24,6%) e abbigliamento e calzature (-23,3%), mentre sono rimaste sostanzialmente invariate le spese per alimentazione, abitazione, acqua ed elettricità. Il 45,5% degli italiani ha limitato l’acquisto dei beni non di prima necessità: nel Nord questa percentuale è pari al 39,6%, al Centro è il 42,1% e nel Mezzogiorno il 56,8%. In uno studio condotto da Confimprese-Ey, sull’andamento dei consumi nei settori ristorazione, abbigliamento e non food si evidenzia una fase ancora in recupero rispetto al periodo pre-pandemico con una chiusura nel mese di novembre 2021 a -13% su novembre 2019 e a -24% sul progressivo anno vs 2019, anno di riferimento per tracciare il benchmark a causa delle restrizioni iniziate a novembre 2020. Il trend peggiore è per abbigliamento/accessori -21%, recupera la ristorazione -12%. Nelle aree geografiche è sempre il Sud a soffrire meno, sia nel mese (-5%) sia nel progressivo anno 2021 (-15%) vs 2019. L’area Centro chiude novembre a -13% e il progressivo anno vs 2019 a -24%. Un andamento simile si riscontra al Nord-ovest rispettivamente a -13% e -26%. Fanalino di coda il Nord-est con un mese di novembre a -20% e un progressivo anno a -31%. Nell’analisi del mese di novembre 2021 vs novembre 2019 solamente la Puglia registra un trend positivo (+6,5%). Tra le peggiori troviamo Veneto (-22,9%), Umbria (-21,4%) e Marche (-21%).