Giovanissimo, islandese, Víkingur Ólafsson, è stato ieri sera alla Tonhalle di Zurigo con le sue Goldberg- Variationen di J. S. Bach.  Il pianista ha a dedicato l'intera stagione 2023-24 a un tour mondiale delle Variazioni Goldberg, eseguendo il lavoro in sei continenti durante tutto l’anno. Ha portato  il capolavoro di Bach nelle principali sale da concerto tra cui il Southbank Centre di Londra, la Carnegie Hall di New York, la Wiener Konzerthaus, la Philharmonie de Paris, la Suntory Hall di Tokyo, l'Harpa Concert Hall, la Sydney Opera House, la Walt Disney Hall, la Sala São Paulo, la Shanghai Symphony Hall, la Tonhalle. Zurigo, Philharmonie Berlin, Mupa Budapest, KKL Luzern e Alte Oper Frankfurt, palcoscenici importanti dove il pubblico l’ha sempre accolto con un tutto esaurito.

E’ toccato anche alla tonhalle di Zurigo, ospitarlo venerdì 19 aprile, ottanta minuti senza pausa dove tutta la sala completamente immobile ha seguito le dita e il corpo sinuoso del pianista, articolari e perdersi nei pezzi, che con un’esecuzione impeccabile ha dato il via ad una serata magica.

Qualcosa di straordinario accade quando la musica suonata cosi ad alto livello, viene presentata ad un pubblico. Una giocosità seducente, le arie suonate tra armonia e velocità sfidano da gravità e sfiorano la perfezione.

 

 

Le Le Variazioni Goldberg (BWV 988) sono  state pensate all’inizio solo per clavicembalo da Bach e composte tra 1741 e il 1745un’opera  consistente in un'aria con trenta variazioni. Poi concepita come un'architettura modulare di 32 brani, disposti seguendo schemi matematici e simmetrie che le conferiscono tanta coesione e continuità da non avere eguali nella storia della musica. ISebbene in passato le Variazioni Goldberg fossero considerate soltanto un esercizio tecnico piuttosto ripetitivo, nel nostro secolo il contenuto emotivo e la portata dell'intera composizione sono stati ampiamente valorizzati, anche grazie ad analisi critiche e tecniche piuttosto estese. Le Variazioni Goldberg offrono il migliore esempio di una musica concepita per la ricreazione di uno spirito competente ed esigente. Grande valore strutturale, l'irraggiungibile tecnica compositiva, l'abilità di toccare ogni possibilità espressiva del clavicembalo e la tecnica esecutiva richiesta fanno delle Variazioni Goldberg un vero monumento all'intelligenza del grande compositore.

Un gioco che il giovane  Olafsson, conosce bene, visto che ha dedicato quasi un quarto di secolo a questo repertorio. Le variazioni sono virtuose, suonate con una giocosa nota maliziosa, una freschezza che porta ai giorni nostri pezzi di un lontano e sfarzoso settecento, eseguiti con uno strumento diverso, dal clavicembalo di Bach ad un pianoforte a coda che domina la scena, il nero lucido, dove si riflette lo sfarzo della Tonhalle di Zurigo, dal maestoso ed imponente lampadario a vetri, all’oro che rifinisce tutta la struttura, in contrasto con gli arredi rossi in velluto. 

Tanti gli applausi alla fine del concerto, pubblico in piedi, che poi si è avviato all’uscita del teatro disperdendosi in una notte fredda e piovosa di aprile.

 

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