Il peso dell’Unione e l’energia. Questi i temi al centro del Consiglio europeo terminato oggi a Bruxelles. Li ha sintetizzati così il Presidente del Consiglio Mario Draghi che, rispondendo ai giornalisti, ha sottolineato più volte quanto sia aumentata l’importanza dell’Unione.
L’Ue, ha detto, “sta diventando l'istituzione a cui ormai tutti i Paesi d'Europa guardano come capace di dar loro stabilità, prosperità e sicurezza”. Si tratta di “un passo straordinario nella storia dell'Unione”, che vede aumentata la sua “importanza” proprio “a causa della guerra in Ucraina”. Da allora, “Paesi che prima non avevano pensato di chiedere di entrare nell’Ue, oggi lo vogliono e vogliono che accada rapidamente”.


L’Europa, dal canto suo, “ha cominciato a rispondere a questa richiesta” di status di candidati da parte dei paesi; un processo che rimane “complesso”, ma di fronte al quale l’Ue ha compiuto un “salto identitario”, nel senso, ha spiegato Draghi, che i procedimenti di adesione si prevedono più veloci, certamente “meno burocratici”, con l’Unione e i Paesi membri ad aiutare i “candidati” ad attuare le riforme richieste. L'Unione “rimarrà esigente, perché è importante che queste riforme che si chiedono ai paesi vengano attuate, ma sarà molto meno burocratica”, meno “arcigna”, e “molto più aperta e cooperativa”.
Questo non vuol dire semplificare: “il conseguimento di queste qualifiche continuerà ad essere dipendente dalla performance dei vari Paesi”, cioè “dalla loro capacità di attuare le riforme”, ma ora “c’è la disponibilità dei Paesi membri, dell'Unione stessa e della Commissione ad aiutarli a compiere queste riforme”.
L’Europa, insomma, sta “acquisendo un'identità che non aveva prima”, una nuova “fisionomia” perché i Paesi che hanno fatto domanda di adesione “hanno deciso che la loro ancora di sicurezza, di prosperità, non sta altrove, sta in Europa. Un'ancora che apre le loro economie alla pace”.
Sul fronte interno, a tenere banco è stata la questione-energia, con i prezzi alle stelle che hanno fatto salire l’inflazione.
L’economia italiana sta ancora andando benino grazie al turismo, ma in generale nell'area dell'Euro, soprattutto a causa dei prezzi dell'energia e dell'inflazione in generale, le previsioni per l'economia sono di un rallentamento in tutti i Paesi”, ha detto Draghi, prima si sottolineare che l’impegno del suo Governo è di “proteggere e sostenere il potere d'acquisto degli italiani”.
Un passaggio “importante ed essenziale per tanti aspetti”, tra cui anche “la pace sociale”; per questo, ha annunciato, “è mia intenzione convocare un incontro con le parti sociali al più presto”.
Quanto agli stoccaggi di energia per l’inverno “sta andando molto bene. La nostra dipendenza dal gas russo l'anno scorso era del 40% oggi del 25%, quindi le misure che il Governo ha messo in campo dall'inizio della guerra cominciano a dare risultati”.
Rispondendo ai giornalisti, Draghi ha ribadito più volte che la soluzione è stabilire un tetto al prezzo del gas, il cosiddetto price cap.
Anche se il prezzo dell’energia era aumentato già prima della guerra, ha ricordato il Premier, oggi la situazione è peggiorata dall’inflazione: come accaduto nel passato “ogni volta che c'è stato un forte e protratto aumento di prezzo di una materia fondamentale nella produzione, man mano questi aumenti” contagiano “altre merci, altri beni”. Durante il consiglio, ha riportato Draghi, la presidente della commissione von der Leyen ha confermato che “il 70% dei beni presenti nell'indice dei prezzi e dei beni acquistati dalla gente ha avuto aumenti di prezzo a seguito dell'aumento di prezzo dell'energia”. Quindi “è necessario agire subito”.
“L'energia conta ancora per il 40% di questi di aumenti, quindi se noi riusciamo a fare qualcosa su quel fronte otteniamo anche un progresso in termini di riduzione o contenimento dell'inflazione”.
I paesi contrari al price cap, ha aggiunto il Premier, hanno paura che Putin riduca ancor di più la fornitura di gas. “Ho chiesto un consiglio straordinario sull’energia in luglio, ma giustamente mi è stato fatto notare che non abbiamo ancora uno studio su cui discutere”. Ora la commissione si è impegnata a produrre questo “rapporto completo sul controllo dei prezzi del gas” a settembre, così da poterlo discutere ad ottobre.
Il Consiglio è “consapevole dei rischi per il mercato dell'energia e per gli approvvigionamenti energetici”, ha aggiunto Draghi. “C'è stato un impegno chiaro a coordinarci di più” e ad esercitare “solidarietà” verso i Paesi che ne hanno bisogno.
Quanto alle modalità con cui attuare il price cap, Draghi ha spiegato di non pensare ad un nuovo Recovery: “non è una questione di recovery, che fa pensare a degli aiuti; bisogna semplicemente poter avere la capacità dell'Ue di accedere al mercato in maniera autonoma rispetto ai Paesi”, come fatto “in occasione del covid: invece di essere i singoli stati ad andare sul mercato, è la commissione a farlo per poi prestare denaro ai singoli Paesi”.
In questo caso, secondo Draghi, “non è necessario avere dei grants, degli aiuti, ma avere una capacità fiscale comune che faccia capire ai mercati “guardate che siamo tutti insieme”. Quando la Commissione Europea e il Consiglio europeo decisero di rispondere all’emergenza covid con il Next Generation Eu improvvisamente tutti gli spread calarono. E quella non fu una decisione di politica monetaria, ma una decisione politica del Consiglio Europeo”.
La discussione di ottobre riguarderà il prezzo dell’energia, ma anche “una possibile eventuale riforma del mercato dell'energia elettrica”, ha anticipato Draghi. “Oggi l'energia elettrica è prodotta in parte attraverso il gas e in parte con le rinnovabili, però non importa quale sia la sua fonte di produzione tutta viene venduta al prezzo del gas, cioè al prezzo più alto della componente di produzione. Ed è questo che ha portato all’aumento delle bollette”.
Su come attuare il price cap e che “tipo di tetto al prezzo” ci voglia “è presto per dirlo”, ma certo “non può essere quello che stanno facendo alcuni Paesi, dove gli importatori comprano il gas al prezzo di mercato, che poi viene trasferito ai consumatori a un prezzo più basso, con gli importatori che vengono risarciti”. Un sistema che ha dimostrato “di non funzionare”.
Del price cap Draghi parlerà anche al G7: “gli Stati Uniti sono consapevoli delle nostre difficoltà” a causa delle sanzioni che “sono efficaci contro la Russia” ma che sono anche “molto pesanti per noi”. Gli Usa sono “preoccupati per il prezzo del petrolio”, ed in questo contesto “la Segretaria del tesoro Yellen ha suggerito di mettere un tetto al prezzo del petrolio”. Ma questa, ha aggiunto, “è la cosa che suggerisce chiunque. Nel caso dell'Europa, per il gas che viene attraverso i tubi non ci sono clienti alternativi a noi, quindi nei confronti della Russia l'Europa ha un potere di mercato che deve esercitare e lo può esercitare attraverso il Price cap”.
Infine una battuta sulla politica interna: all’indomani della scissione di Di Maio dai 5 Stelle, Draghi ha confermato che all’orizzonte non c’è nessun rimpasto nel suo Governo e che si sente sicuro del suo mandato, così come lo era prima della nascita di Insieme per il futuro