Manette a polsi e caviglie e una catena legata alla vita a mo' di guinzaglio, tenuta da un'agente di polizia. Ilaria Salis, detenuta da quasi un anno in un carcere ungherese, è apparsa così il 29 gennaio davanti ai giudici del Tribunale di Budapest, dove deve rispondere dell'accusa di "lesioni potenzialmente letali". Le immagini hanno fatto il giro della penisola, suscitando la reazione del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che, insieme al Segretario Generale della Farnesina, Ambasciatore Riccardo Guariglia, ha convocato il 30 gennaio l’incaricato d’Affari della Repubblica di Ungheria.

“Questa volta mi sembra si sia ecceduto” ha detto il titolare della Farnesina. “Trascinare in quella maniera un detenuto – ha aggiunto – mi sembra che sia fuori luogo, non in sintonia con il nostro diritto comunitario". Ma la polemica politica è comunque divampata: il governo italiano ha atteso troppo a lungo prima di esprimersi, accusano le opposizioni, che puntano il dito contro i rapporti tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il primo ministro ungherese Viktor Orban. Il Movimento 5 Stelle si scaglia direttamente contro la premier: “Da che parte sta la Meloni? Perché non ha ancora chiamato il suo amico Orban pretendendo il rispetto dei diritti e della dignità di una cittadina italiana?", dichiarano i deputati pentastellati delle commissioni Esteri di Camera e Senato, mentre Sabrina Pignedoli, europarlamentare M5S, annuncia un'interrogazione alla Commissione europea. Dello stesso tenore le accuse dei deputati del PD: “Comprendiamo l’imbarazzo del sottosegretario dal momento che la presidente Meloni è legata politicamente a doppio mandato con Orban, ma quello che stiamo vedendo e le notizie che vengono riportate devono avere risposte formali", afferma Toni Ricciardi. "Davvero l'ambasciata italiana sapeva di questo trattamento disumano e fuori da ogni regola civile verso una cittadina italiana? Ha avvertito la Farnesina? Com'è possibile che siamo arrivati alla scena vista nel silenzio totale delle nostre autorità? Pur di non disturbare un amico della presidente del Consiglio, il governo è disposto a sopportare tali violazioni dei diritti umani basilari?", twitta la deputata PD Laura Boldrini. Il processo è stato rinviato al prossimo 24 maggio. Nel frattempo, il giudice ha confermato la custodia cautelare in carcere. Lo scorso novembre era stata la stessa Ilaria Salis a descrivere in lunga lettera le condizioni di detenzione nel carcere ungherese, denunciando detenuti tenuti al guinzaglio, scarafaggi, topi e cimici nelle celle, malnutrizione, una sola ora d'aria al giorno, spesso coincidente con la doccia, e obbligo di guardare il muro durante le soste in corridoio. La lettera dell'attivista è stata depositata dai legali Losco e Straini alla Corte d'Appello di Milano, perché la vicenda potrebbe avere ripercussioni anche su un altro italiano presente in quei giorni a Budapest. Gabriele Marchesi, 23 anni, è imputato insieme a Salis e si trova ai domiciliari a Milano, ma l'Ungheria ne ha chiesto la consegna mediante un mandato d'arresto europeo. I primi contatti diretti tra la famiglia di Ilaria Salis e il governo italiano c'erano stati lo scorso 23 gennaio, quando a incontrarsi erano stati il ministro della Giustizia, Carlo Nordio e Roberto Salis, padre di Ilaria. "Mia figlia è stata torturata per 35 giorni", ha dichiarato Roberto Salis, che accusa l'ambasciata di non aver lavorato bene.