A che punto siamo con il progetto “Turismo delle Radici”? Questo si è chiesto questa mattina il Consigliere Giovanni Maria De Vita, responsabile per il Turismo delle Radici, per le iniziative culturali pluriennali e per la comunicazione della Direzione Generale degli Italiani all’Estero (DGIT) del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, durante la riunione straordinaria del Tavolo Tecnico sul Turismo delle radici.

E il progetto è sul punto di essere sempre più strutturato, anche e soprattutto grazie alla prossima apertura del Bando per la selezione di 16 nuovi coordinatori regionali che auspicabilmente dialogheranno con le Regioni e al contempo affiancheranno la DGIT nel creare dei veri e propri professionisti della ricezione di questo tipo specifico di turismo (che ha alla base l’idea di riallacciare i rapporti dell’Italia con gli oriundi) e che creerà dei raggruppamenti informali che si occuperanno di loro.
I 16 coordinatori saranno infatti “figure importanti nella realizzazione del progetto, poiché assicureranno il coordinamento delle iniziative tra il centro (la DGIT, affiancata da due esperte già selezionate, la coordinatrice nazionale del progetto, Marina Gabrieli, e la responsabile della comunicazione, Stella Romagnoli) e la base, ossia i raggruppamenti informali, che verranno istituiti sui territori”, ha assicurato De Vita in apertura; che ha poi spiegato: “per questioni di budget non abbiamo potuto estendere questi raggruppamenti a tutte le regioni”. Ma questi 16 coordinatori e i relativi raggruppamenti “saranno costituiti da persone fisiche” e creeranno “nuove figure professionali, in risposta alle esigenze del mercato del lavoro che cambia”. Per questo la formazione ha “un’importanza fondamentale” nel progetto, secondo De Vita: “avvieremo attività di formazione per spiegare quali siano gli obiettivi e le caratteristiche dei turisti delle radici e quali devono essere le linee di azioni sui territori. Parleremo anche di come gestire i clienti, che è un aspetto fondamentale e talvolta trascurato nella ricezione turistica”. Per ultima cosa, De Vita ha voluto informare i partecipanti al tavolo tecnico del fatto che nel mese di settembre “avvieremo contatti più diretti sia con l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani – ANCI che con le singole Regioni, per valutare ulteriori sinergie per il raggiungimento dei fini del progetto”.
Questi raggruppamenti informali si occuperanno di diverse questioni affiancando la DGIT: dell’offerta formale relativa al turismo delle radici, della creazione di working holiday, di percorsi studiati per turisti che li possano avvicinare alla vita e alle tradizioni dei luoghi di origine dei loro antenati, della creazione di un “passaporto delle radici”, che è uno “strumento che incentiverà i viaggi in Italia attraverso delle agevolazioni e delle scontistiche particolari” per un certo tipo di target turistico.
Occasione importante, poi, sarà l’inserimento del Turismo delle Radici sul sito Italia.it, gestito dal Ministero del Turismo. Occasione importante perché “ha un potenziale enorme, soprattutto per i piccoli territori che possono avere visibilità in tutto il mondo”. Anche in virtù del fatto che l’obiettivo ultimo del progetto e dunque della DGIT, è quello di “riuscire ad organizzare il viaggio di chi decide di intraprendere questo viaggio delle radici, facendogli acquisire tutte le informazioni che possono essere necessarie a svolgerlo”. Per farlo, “sarà importante disporsi di una rete universitaria che verrà affiancata da un’iniziativa di finanziamento di borse di studio per approfondire il tema dei viaggi delle radici, monitorare i flussi ed essere pronti sui territori a fornire quei servizi che all’occorrenza dovessero essere segnalati”.
In questo perimetro si deve puoi muovere la comunicazione digitale, “che ha importanza fondamentale”, così come l’organizzazione di eventi di promozione. Ma questa “sarà una fase non appena saranno pronti sui territori le offerte da divulgare all’estero. “Non possiamo divulgare servizi che non esistono, non vogliamo alimentare delusioni che potrebbero avere effetti più gravi ancora rispetto ad altri turisti”.
In ultimo, il consigliere De Vita ha voluto ricordare “il 2024 noi abbiamo in programma questo grande evento di richiamo: l’Anno delle Radici, in cui organizzeremo insieme ai territori una mappatura delle attività che dovranno essere aperte alle nostre comunità all’estero”.
Si è poi svolto un lungo dibattito tecnico, con tante presenze e interventi, tra cui i rappresentanti delle Camere di Commercio italiane e italiane all'estero, e non solo.