Come si può viaggiare, quindi, cercando di essere il più sostenibili possibile e di non diventare l’ennesimo “bancomat” di multinazionali e servizi internazionali? Per innescare il meccanismo virtuoso del turismo sostenibile la cosa principale è quella di viaggiare informati, ovvero imparare a conoscere ogni aspetto del luogo che si andrà a visitare, dai piatti tradizionali passando per le produzioni e via discorrendo. Scegliere poi di mangiare e dormire in realtà a gestione famigliare o comunque dove si sposa la filosofia del chilometro zero, il tutto meglio se in bassa stagione.

Altri aspetti altrettanto importanti sono la scoperta dei luoghi inusuali all’interno dei posti che si va a visitare, con buona pace delle proposte mainstream e, soprattutto, il dialogo con la gente del posto.  Non dimentichiamo infatti che i viaggi sono fatti di incontri e di emozioni. Spesso viaggiare senza toccare con mano il tessuto sociale del territorio che si visita porta a vivere un’esperienza di facciata, costruita più sulla narrazione turistica di quella destinazione che sulla sua reale anima. In altre parole, per dare vita a un vero e proprio turismo sostenibile, la cosa da non tralasciare è parlare con le persone. Conoscerle, chiedere consigli, perdersi nelle loro storie. Soltanto così si potrà conoscere a fondo un’altra cultura e il risultato non potrà che essere un arricchimento culturale e umano di cui c’è sempre assoluto bisogno.