Patrizia Bonardi è artista visiva, attivista ambientale,  fondatrice e art director dello spazio di ricerca no-profit BACS di Leffe (BG), spazio che implementa un dialogo fra arte e sociologia. In quanto tale l'artista ha intrapreso da tempo un percorso che l'ha portata a toccare problemi contemporanei nodali legati all'ambiente, alla violenza di genere, ai flussi migratori e relativi conflitti che affliggono il nostro pianeta.

In questa mostra però, esposta nello spazio "Via Lattea" di Torino fino al 3 giungo, a cura della storica dell'arte Miroslava Hajek, l'artista presenta una serie di opere tendenti al  monocromo essenzialmente improntate ad una riflessione su tematiche esistenziali. La spiritualità alla base di questa riflessione non poteva che esplicitarsi in una dimensione cosmica artisticamente restituita attraverso la cromia, il materiale, la forma. Un'elevazione che in  due installazioni "Nasse" e "Luce" si materializza verticalmente ma, così come fu con "Infinity Column" di Brancusi, dove l'ascesa è ottenuta per gradi, quasi un voler evidenziare uno iato, uno sfumare di luce ed ombra in una opposizione alla gravità rispetto alla quale la tensione finale non cede e che nell'opera di Patrizia Bonardi si carica di una  componente sia etica che umana.  ( Foto e servizio Paola Zorzi). 

 

 

Altro motivo presente nell'opera di Patrizia Bonardi "Negli occhi Dio il caos del mondo", è l'universalità di una forma che pur nella sua caoticità si intuisce a spirale. Forma che in natura è riscontrabile dal micro al macrocosmo e che, nella grande tela in esposizione, è interpretata con sicurezza ed equilibrio attraverso una "touche" informale pur nella determinazione dell'intera composizione. Una valenza in quest'opera, già così formalmente paradigmatica nella sua astrazione, altera quanto matericamente potente, da non richiedere antropomorfismi di sorta.

Il materiale, e la cera in particolare, di cui tutte le opere sono intrise, contribuisce a dar loro ulteriore profondità, calore, investendole di un aggiuntivo potere simbolico. Anche nelle opere più strutturate come il dittico "Identità",  la monocromia, unita alla  presenza di bende precedentemente immerse nella cera, suggeriscono sofferenza, assenza ma anche un'organizzazione che si dispiega intorno ad uno spazio vuoto, mantenuto libero, che infine si fa tensione.  

Una religiosità, riscontrabile in queste opere, che non impedisce di leggerle comunque in chiave meramente esistenziale, interpretazione (quest'ultima) non per questo priva di spiritualità.

  

A seguire l'abstract sulla mostra diffuso da Patrizia Bonardi.

 

Abstract. 

Diamo senso alle nostre vite pur nella confusione del presente individuale, interpersonale e sociale?

Il nostro punto di vista è talmente unico da essere difficilmente conoscibile, nonostante in noi vi sia il desiderio di dialogare.

Viviamo solitudini profonde a cui a volte aspiriamo come riparo dalle intemperie relazionali, ma nella cura reciproca quotidiana cerchiamo la dignità dei nostri giorni terrestri.

Cos’è il vuoto che ci riempie nonostante gli sforzi per prendere forma e scegliere direzioni coraggiose?

Pare un vuoto da ascoltare, messaggio di umiltà, leggerezza matura che permette di accogliere la vita, facendoci attraversare dalla non solidità delle nostre esistenze.

In questo vuoto umile accogliamo un’essenza di finitezza.

Sentiamo il rispetto per la morte di ogni uomo.

Nel profondo silenzio dei momenti di passaggio, nei momenti in cui le vite delle persone ci lasciano, la loro perdita risuona in noi

Vorremmo che le loro esistenze liberate dalle gabbie esistenziali, trovassero luce ascendendo piene di vuoto.

 

In questa ricerca esistenzialista si pone Patrizia Bonardi nella personale PIENI DI VUOTO, in cui l’artista propone tre nuovi lavori, in dialogo con la grande installazione Nassa e il dittico Identità entrambe a Torino.

Questi due lavori sono caratterizzati dalla presenza di una delle unità minime di Bonardi, il bendaggio medico intinto nella cera d’api.

Nel caso di Nassa[1] è una struttura metallica sviluppata in altezza, ad essere rivestita da bendaggi cerati, che col loro intrico formano la superficie.

Nei due pannelli di Identità[2], i bendaggi intrisi di cere d’api, sono tesi e annodati su un telaio vuoto al centro.

La nuova installazione Luce - in cui la luminosità della cera d’api ascende su una struttura scultorea - affianca Nassa. L’installazione ha nel disegno presente in mostra, realizzato alla morte di un coetaneo, l’ispirazione progettuale.

Vi è infine il grande lavoro pittorico Negli occhi Dio il caos del mondo in cera d’api pura e pigmentata su legno che occuperà la parete centrale del piccolo centro indipendente LA VIA LATTEA . Il dipinto è debitore dell’incontro con lo scritto di Isaac Bashevis Singer Nemici una storia d’amore, romanzo che l’autore pubblicò in lingua yiddish nel 1966.

L’ascolto di Singer, durante l’esecuzione del dipinto è stato immersivo, tanto da poterne definire gli esiti pittorici semiautomatici, come in passato lo sono stati quelli di Deserti[3] e di Giardini interiori[4].

 

Aperture

Ingresso libero alle ore 11 - 17 nelle date 29|4, 20|5 e 3|6 con la presenza dell’artista

PER VISITE gratuite alla mostra in altre date scrivere a This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.

FB https://www.facebook.com/people/La-Via-Lattea/100090842301302/

 

Bio

Patrizia Bonardi's research creates a dialogue between art and sociology, through an ars poetica that ranges from a material research to video art.

The willingness to live an active citenzenship through art, brought her to deal with three recurrent issues: environmentalism, gender equality and integration. These three issues are enhanced by her interest in sociology and the collaboration with sociologists.

The main feature of her research consists in a link with natural materials and is characterised in the use of bandages dipped in beeswax that Patrizia Bonardi handles to create works, sometimes large sized installations, for example Nassa/ Pot break to free 2017, Colonne d'acqua / Sea columns 2017 or Quasar 2008.

The idea of caring is a complex, polical attitude that has a powerful symbolic significance in the use of particular materials.

Patrizia Bonardi's video have travelled in worldwide festivals through the sponsorship of Milan's Visualcontainer. Typical of these video is the use of organic-like images, like in the wax, a materiel that she privileged. Her approach has a constant photograph coherence thanks to her removal of hyper realism. It allows her to have an inner gaze and to merge insightful issues to social ones.

Patrizia Bonardi is a visual artist and lives in Bergamo (Italy). She is the founder of the independent research space between contemporary art and sociology and also of the Artists.Sociologists association. Patrizia Bonardi took her ispiration from the research thesis she wrote in 2009, “ Unexpected encounters, when artists and sociologists start talking to each other” for the G. Carrara Academy of Fine Arts in Bergamo.

 

www.patriziabonardi.net

 

https://it-it.facebook.com/PatriBonardi

https://www.facebook.com/patrizia.bonardi.sociological.artist/

 

Cataloghi / Bilingual catalogs

https://www.lafeltrinelli.it/patrizia-bonardi-vite-che-non-libro-vari/e/9788860573889?lgw_code=50948-B9788860573889&awaid=9507&gclid=EAIaIQobChMI3KbBjP3g_QIVEgSLCh1cDQ4xEAQYAiABEgJCoPD_BwE

https://www.amazon.com/MARE-BANDIERA-Italian-Patrizia-Bonardi/dp/B09NRF2CHQ

[1] https://www.patriziabonardi.net/1/nassa.html

[2] https://www.patriziabonardi.net/1/identita.html

[3] https://www.patriziabonardi.net/1/deserti.html

[4] https://www.patriziabonardi.net/1/Giardini_interiori.html  

 

P.S.

La persona presente in foto è Roberta Toscano