TRAPPOLE NEL TEMPO Un viaggio verso la liberazione
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Testo di Carlotta Cernigliaro - Le trappole sono condizioni o situazioni che limitano la libertà, l'autonomia o il benessere degli individui, spingendoli in una impasse da cui è difficile o impossibile uscire.
Dal punto di vista esistenziale, le trappole possono essere associate a situazioni di alienazione, inautenticità o angoscia, in cui l'essere umano si trova intrappolato in schemi di pensiero o comportamento che non rispecchiano la sua natura autentica o le sue aspirazioni più profonde. Possono derivare da pressioni esterne, da norme sociali o da convenzioni culturali che limitano la libertà individuale e impediscono la piena realizzazione di sé.
Nel contesto politico e sociale, le trappole possono riferirsi a strutture di potere o a sistemi di oppressione che limitano le opportunità e i diritti di determinati gruppi o individui, creando disparità, disuguaglianze o discriminazioni. Possono manifestarsi come ingiustizie economiche, politiche o culturali, che perpetuano cicli di marginalizzazione e sofferenza per coloro che ne sono vittime.
Da un punto di vista etico, le trappole possono essere associate a situazioni in cui ci si trova ad affrontare conflitti morali o dilemmi etici che rendono difficile prendere decisioni o agire in modo coerente con i propri valori e principi. Ci si sente intrappolati tra scelte apparentemente contraddittorie o tra il rispetto delle norme e la propria coscienza. Il concetto di trappola può essere inteso ancora come richiamo alla consapevolezza critica e alla riflessione sulle condizioni, le strutture e le dinamiche che possono limitare la libertà e dunque il benessere. Riconoscere una trappola è il primo passo che ci fa comprendere come affrontarla e superarla, per cercare nuove vie di liberazione, emancipazione e trasformazione personale e sociale. @fotopaolazorzi
Roberta Toscano, come donna e artista impegnata, affonda nel tema delle trappole con una lucida consapevolezza delle molteplici sfaccettature della sua esperienza personale e delle sfide che affronta nella società contemporanea. Attraverso il suo lavoro artistico, esplora il concetto di trappola come metafora delle limitazioni, delle oppressioni e delle restrizioni che le donne, e gli artisti in generale, possono incontrare nel loro percorso di vita e di espressione creativa.
Consapevole delle molteplici forme di oppressione e discriminazione che possono permeare la vita quotidiana, dalle aspettative sociali alle disparità di genere, dalle pressioni esterne alle norme culturali, decide di dare voce a queste esperienze, evidenziando le complessità delle condizionanti dinamiche di potere.
Come artista, esplora il concetto di trappola anche dal punto di vista creativo e professionale. Le nasse ad esempio rappresentano le sfide e gli ostacoli che lei stessa deve affrontare nel mondo dell'arte contemporanea, come le pressioni commerciali, le aspettative del mercato, le difficoltà nell'ottenere visibilità e riconoscimento e ancora le limitazioni imposte dalle convenzioni artistiche dominanti.
Esplorando “Trappole del Tempo”, la nuova personale di Roberta Toscano, capiamo che l'artista ci porta con lei in un viaggio intimo e coinvolgente attraverso le complesse stratificazioni della storia, della cultura e della condizione umana, e ci mette in trappole, nelle differenti sue forme.
Attraverso installazioni di oggetti, audio e fotografie, Toscano ci trasporta in un mondo ricco di simbolismo e significato, dove ogni elemento racconta una storia e implora una riflessione profonda sulle nostre vite e sulle nostre esperienze.
In Corpocervo Ali esplora le trappole che ci circondano, le sfide che incontriamo e cerca nuove vie di liberazione e trasformazione come individuo e come comunità. Un telo di plastica rimasto impigliato nella vegetazione sulla riva del fiume Cervo pare rivestire la figura del corpo dell’artista che si trasfigura così in creatura alata. È un richiamo all'azione, a esplorare il significato di trappola in un cammino apparentemente naturale di una donna che cerca e trova nuove possibilità di emancipazione e cambiamento.
In Ragnatele ci avvolge in un intricato labirinto di tempo e memoria, suggerendo una riflessione sulle connessioni tra passato, presente e futuro. Call 03, terzo lavoro di una serie in progess degli ultimi anni, sfrutta le potenzialità ancora funzionanti di una serie di cellulari obsoleti che vengono collocati in contenitori di vario tipo. Chiamando il numero di telefono esposto accanto all’opera, noi visitatori attiveremo la suoneria parlante dell’apparecchio presente all’interno dell’installazione. In questo caso una voce elettronica diffonde parte del saggio di Linda Nochlin “Perché non ci sono state grandi artiste?” del 1971. Pubblicato sulla rivista Art News con il titolo inglese Why have there been no great women artists? Il testo, considerato pietra miliare della storia femminista dell'arte, ha rapidamente guadagnato fama mondiale, è stato tradotto nelle principali lingue europee e nella lingua cinese. In Italia è stato pubblicato per la prima volta da Einaudi nel 1977, come saggio nel volume collettivo La donna in una società sessista. Potere e dipendenza, una traduzione ridotta del libro uscito originariamente a New York nel 1971.
Attese (fiore) le calze di nylon, la tela tarlatana e i delicati vetri, con la loro fragilità e trasparenza, rappresentano una metafora delle vulnerabilità e delle sfide che ogni donna affronta fin dalla notte dei tempi.
Ma è forse nelle Nasse che troviamo il cuore pulsante della mostra. Queste trappole, spesso associate alla caccia e al controllo, diventano qui un simbolo delle condizioni culturali e ideologiche che intrappolano le donne e gli artisti nelle loro reti invisibili. Attraverso di esse, Toscano svela le dinamiche di potere e di oppressione che permeano le nostre vite, solleva domande provocatorie sul ruolo e sulla rappresentazione femminile nella società contemporanea.
Opmet/Tempo ci parla di un elemento di ferro ritrovato nel greto del torrente Cervo che diventa un simbolo potente delle trappole che il cambiamento climatico e l'incuria nei confronti dell'ambiente hanno posto sul nostro pianeta. L'essere umano trascura le conseguenze delle proprie azioni sull'ecosistema, provocando danni irreparabili alla natura e alle comunità che dipendono da essa. L'alluvione del 2020, che ha portato alla luce questo oggetto in ferro, è solo uno dei tanti segni tangibili dei cambiamenti in corso e delle loro devastanti conseguenze.
L'artista, consapevole di questa realtà, decide di incorporare l'elemento di ferro nella sua opera, trasformandolo in un oggetto poetico carico di significato e simbolismo. L'impronta della placca di ferro impressa nella terra umida contenuta in un vecchio cassetto diventa una rappresentazione visiva della trappola che il cambiamento climatico ha teso al nostro pianeta nel corso del tempo. La marca in rilievo della placca, visibile al contrario nel fango essiccato, riflette in maniera materiale la necessità di una riflessione profonda e di un'azione immediata per invertire la rotta e mitigare gli effetti deleteri del cambiamento climatico.
La trappola qui rappresentata è questione ambientale sì, ma anche sociale ed etica. Le comunità vulnerabili, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, sono le più colpite dalle conseguenze dei cambiamenti climatici, subiscono danni ai loro mezzi di sussistenza, alle loro risorse naturali e al loro benessere complessivo. L'opera dell'artista investe sulle responsabilità collettive e sulle azioni necessarie per proteggere il pianeta e garantire un futuro sostenibile per le generazioni a venire. È un richiamo urgente all'azione e alla solidarietà globale, affinché possiamo invertire il corso del tempo.
Con “Trappole del Tempo", Roberta Toscano incoraggia il pubblico a una maggiore consapevolezza su questioni importanti legate al genere, alla creatività e alla società; ci rivela
Il suo sguardo profondo e penetrante sulle complessità della nostra esistenza, spingendoci a percepire consciamente e dunque a riconoscere le forze invisibili che ci plasmano quotidianamente e a innescare processi di liberazione e trasformazione che possiamo intravedere oltre le trappole del tempo.