Freddezza, nelle altre forze di maggioranza, sul piano "salva-casa" annunciato il 4 aprile dal vicepremier, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e leader della Lega, Matteo Salvini, nel corso di una riunione al ministero con una cinquantina tra istituzioni, enti, associazioni, ordini professionali e fondazioni del settore. "Altro che obblighi 'green' e patrimoniali nascoste: la casa è un patrimonio economico, sociale e culturale degli italiani, da difendere a tutti i costi" aveva scritto Salvini sui social, In serata, ospite di Bruno Vespa, erano arrivate le parole del premier Giorgia Meloni sul piano, bollato dalle opposizioni come "condono": "Salvini mi accennò qualcosa diverso tempo fa.

Poi ha ribadito che sta lavorando a questa norma, ma io non la conosco, non sono in grado esprimere giudizio". E ancora: "Ho letto il comunicato del ministero dei Trasporti che parla di sanare piccole difformità interne, cioè se hai alzato un tramezzo per fare due stanze dove ce n'era una: se è questo parliamone, è ragionevole, ma non posso ragionevolmente commentare una norma che non ho letto". Sulla stessa linea il giudizio dell'altro vicepremier, Antonio Tajani: "Non conosco la proposta, ma devo dire che è già incardinata al Senato una proposta di Forza Italia sulla rigenerazione urbana, che già prevede le cose di cui ha parlato Salvini: nessuno ha visto il testo e io non sono in grado di dare un giudizio, comunque se va nella direzione della proposta di Forza Italia bene, si può incardinare". Il leader di Forza Italia, però, avvisa: "Il nostro testo garantisce la correzione di piccoli abusi, come una piccola finestra ma certamente non si tratta di un condono: per quanto ci riguarda non si può fare un condono - specifica Tajani - ma ripeto non ho visto il testo, credo che nessuno l'abbia visto".