Elezione diretta del presidente del Consiglio, abolizione della figura dei senatori a vita, abbassamento del quorum per l’elezione del Capo dello Stato non più al terzo ma al sesto scrutinio. Il cosiddetto ddl Casellati, dal nome del ministro per le Riforme, ottiene al Senato il 18 giugno il primo via libera dei quattro necessari per il passaggio dell’Italia al premierato di fatto. Per Giorgia Meloni “è un primo passo in avanti per rafforzare la democrazia, dare stabilità alle nostre istituzioni, mettere fine ai giochi di palazzo e restituire ai cittadini il diritto di scegliere da chi essere governati”, festeggia ovviamente la stessa Casellati:

“Abbiamo messo la prima pietra di una riforma storica che farà dell’Italia un Paese stabile, competitivo e credibile. Da qui non si torna indietro: il treno del Premierato è partito e non si fermerà. Chi si oppone non vuole il bene dell’Italia, preferisce lasciare le cose come stanno e difendere un sistema che ci ha portati ad avere 68 governi in 76 anni”.   E mentre Fratelli d’Italia festeggia anche con un flash mob sotto il Senato, mostrando uno striscione con la scritte “Fine dei giochi di palazzo. Da oggi decidono i cittadini”, a qualche centinaia di metri, in piazza Santi Apostoli andava in scena l’attesa manifestazione convocata dalle opposizioni: piazza piena, presenti tutti i leader che promettono battaglia fino alla fine. “Da una parte si concentrano tutti i poteri nelle mani di una sola persona inamovibile” spiega Alessandra Maiorino, vicecapogruppo dei senatori M5S, e dall'altra con il premierato “si spacca l'Italia facendo dei piccoli potentati con i presidenti di regione, quindi un'Italia stravolta, una Costituzione che non sarà più quella repubblicana. Assolutamente tutte e tutti devono sapere e quindi saremo sempre di più nelle piazze per informare e per ottenere il sostegno necessario per bocciarla al referendum”. E il 19 giugno, dopo una seduta fiume notturna, l'aula della Camera dà il via libera definitivo alla legge sull'autonomia differenziata: il provvedimento, che porta la firma del ministro Roberto Calderoli, ora è legge. L'autonomia differenziata è un principio che consente alle regioni italiane di ottenere maggiori poteri e competenze in alcune materie rispetto a quelle standard previste dalla Costituzione. Opposizioni all’attacco: “Si consuma il secondo atto di un vergognoso baratto sulla pelle degli italiani: ci avete tenuto qui per tutta la notte con quale urgenza se non quella di ottenere lo scalpo del Sud appena prima dei ballottaggi per meri fini elettorali: il premierato per Fdi, l’autonomia differenziata per la Lega: un cinico baratto che colpisce la democrazia e spacca un paese che ha bisogno di essere ricucito. In 24 ore avete attaccato la Costituzione e colpito la coesione e l’unità nazionale del nostro paese” afferma in dichiarazione di voto la segretaria del Pd Elly Schlein.  “Più autonomia, più coesione, più sussidiarietà. Ecco i tre cardini del disegno di legge sull'autonomia differenziata approvato alla Camera. Un passo avanti per costruire un'Italia più forte e più giusta, superare le differenze che esistono oggi tra i diversi territori della Nazione e garantire gli stessi livelli qualitativi e quantitativi delle prestazioni sull’intero territorio. Avanti così, nel rispetto degli impegni presi con i cittadini”: così la premier Giorgia Meloni su X, dopo l’approvazione alla Camera del ddl sull’autonomia differenziata.