Al Bano cantava che la felicità era un bicchiere di vino con un panino, un motivetto diventato quasi proverbiale. La scienza e la medicina, però, cambierebbero quella strofa, sostenendo che la felicità, invece, è in un bel piatto di pasta. De gustibus, dirà qualcuno. Non proprio. Uno studio italiano, infatti, ha dimostrato l’esistenza di un meccanismo emozionale e neurofisiologico alla base del benessere psicofisico che si prova mangiando un piatto di pasta. In fondo, diciamocelo, chi è che non prova gioia e piacere dopo aver addentato una bella forchettata di spaghetti o di rigatoni, meglio se con un buon codimento? 

Per comprendere il perché, i ricercatori hanno utilizzato le metodologie neuroscientifiche e del brain tracking simili a quelli che servono per la macchina della verità facendo un test a venti uomini e venti donne di età compresa tra i 25 e i 55 anni e senza allergie o intolleranze alimentari. Ciò ha permesso di individuare il tipo di reazione emotiva e il relativo grado di coinvolgimento dell’assaggio di un piatto di pasta, in comparazione ad alcune attività preferite come ascoltare musica, guardare o praticare sport. “Attraverso questo studio la scienza si è messa al servizio delle emozioni per certificare che pasta e felicità sono una cosa sola. I risultati ci dicono che sono proprio i momenti in cui mangiamo la pasta quelli che ci attivano maggiormente a livello emotivo. È, quindi, l’atto vero e proprio di assaggiare e assaporare il piatto nel suo pieno sapore a stimolare le memorie e le emozioni più positive. Questa attivazione cognitiva ed emotiva determinata dall’assaggio della pasta è così forte, piacevole e coinvolgente da persistere anche nei momenti successivi all’aver mangiato” spiega Vincenzo Russo, professore di Psicologia dei Consumi e Neuromarketing dell’Università IULM.  Non c’è da stupirsi: il consumo di pasta, solitamente, è legato a momenti di condivisione familiare e amicizia; e, se questo non bastasse, stiamo pur sempre parlando di un comfort food al quale ogni italiano è decisamente affezionato. In altre parole, la ricetta della felicità tanto emotiva quanto fisica esiste; ed è una ricetta che prevede un buon quantitativo di pasta.