Quella che sembrava una nota a margine, un comune appunto scritto in latino tra le pagine di un manoscritto del tredicesimo secolo, si è rivelata essere la più antica e completa versione mai ritrovata dell’Esortazione alla lode di Dio, opera di San Francesco d’Assisi che anticipa il celeberrimo Cantico di frate Sole. La sorprendente scoperta è stata possibile grazie all’expertise paleografica della Dottoressa Roberta Iannetti, dottoranda in Paleografia all’Università di Ferrara, e del suo supervisore Professor Sandro Bertelli del Dipartimento di Studi Umanistici.

La nuova trascrizione è stata rinvenuta nella prima carta del codice Pluteo 22 dex. 3, ora conservato nella Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, proveniente dall’antica biblioteca del convento francescano di Santa Croce a Firenze.  "La glossa non riportava segni di rimando al testo come di solito accade – spiega la dottoressa -. Non si presentava, dunque, come un commento ad un determinato passo del testo e nemmeno come un’integrazione ad esso. A livello paleografico, inoltre, il testo non aveva le caratteristiche delle annotazioni marginali. Dopo queste considerazioni iniziali l’identificazione della preghiera è stata piuttosto agevole visto che il testo non è sconosciuto agli studiosi. Tuttavia, in una primissima fase è stato necessario svolgere precisi controlli, perché i versi non sono nello stesso ordine delle versioni tarde a noi note e, inoltre, ve ne sono di inediti". La versione "laurenziana” identificata da Unife, così definita in riferimento alla sede in cui si trova il manoscritto, si compone di diciassette versetti, per la maggior parte citazioni dalla Bibbia. L’Exhortatio - finora conosciuta soltanto grazie a due fonti tarde - sarebbe stato composto per accompagnare una rappresentazione pittorica delle creature, e vergato personalmente dal Santo sulla tavola.