Clou per il progetto “Storie Sconfinate” che muove da una rete di istituti del levante ligure con cuore pulsante alla Spezia. In particolare una delegazione di studenti dell’istituto Capellini-Sauro di La Spezia – come riferisce La Nazione -, a bordo della goletta Oloferne dell’associazione La Nave di Carta, è salpata alla volta di Genova per consegnare al Museo dell’Emigrazione di Genova il frutto del loro lavoro che ha ripercorso le vicende di diversi studenti con storie di migrazione alle spalle, personali o di famiglia.

Nasce così il “Passaporto per l’umanità”, un libretto da confezionare inanellando parole chiave e disegni ad essi connessi per spiegare come l’evoluzione dell’umanità è conseguenza dell’accoglienza. Un Passaporto dove al posto di timbri e confini, ci sono parole, storie, persone. Così la presentazione del lavoro corale: “Le popolazioni umane migrano, per necessità o per scelta, da milioni di anni, è così che ci siamo evoluti. Ogni essere umano ha diritto di migrare verso la sua meta e il diritto di restare dove decide di vivere la sua esistenza, in pace, in sicurezza e libertà. Nessuna persona dovrebbe essere costretta a fuggire da dove è nata o respinta da dove ha scelto di vivere”. E la spiegazione del «Passaporto per l’Umanità: “Lo abbiamo creato per identificarci come cittadini globali, appellarci all’umanità di tutte le persone e mostrare il nostro desiderio di accoglienza. Mettersi nei panni dell’altro è una delle idee chiave della civiltà e il primo e più importante passaporto è quello della nostra umanità”. Un lavoro che si è saldato ad altre due produzioni didattiche, con l’impegno in prima linea delle profe Lorena Caselli e Giulia Castiglioni: un podcast, pubblicato su Youtube, con le storie di emigrazione di alcuni studenti del Capellini-Sauro e l’eco-istallazione «Radici», realizzata con materiale riciclato, a cura delle terze A e B Meccanici Meccatronici.