“In nome del Reich” è un libro in cui l’autrice de “Il rogo di Berlino” e “Lasciami andare, madre” (Adelphi), unisce con maestria fatti storici scrupolosamente documentati e finzione narrativa.


Se in “Bruceranno come ortiche secche” (Oligo 2021), Helga Schneider rendeva testimonianza della feroce persecuzione nazista verso gli omosessuali, in questo nuovo avvincente racconto mostra la spietata efferatezza dell'Operazione T4, il programma di eutanasia nazista che, per mano dello Stato, e sotto lo slogan “vite indegne di esistere”, organizzava ed eseguiva la soppressione di persone affette da gravi malattie genetiche, o inabilità fisiche e mentali.
In un crescendo di emozioni, il lettore seguirà il destino di una giovane sposa, di origini modeste ma diventata moglie di una SS, ariano da manuale e influente funzionario di partito, così vicino all'entourage del Führer da voler chiamare il primogenito Adolf. Ma la nascita del piccolo, atteso con grandi aspettative, segnerà l’inizio di un drammatico calvario familiare.
"La soppressione degli inabili psichici cominciò nel 1939, subito dopo la capitolazione delle truppe polacche, alla quale sarebbe seguita la divisione della Polonia tra Germania e Unione Sovietica. Il primo luogo in cui fu applicato il programma T4 fu una clinica presso Bromberg, che in poco più di un mese registrò 2342 eliminazioni. La pratica dell’eutanasia iniziò con solerzia prima ancora che Hitler firmasse alcuna autorizzazione a riguardo", ricorda Schneider. “In vent'anni del mio percorso letterario sono andata in moltissime scuole italiane per testimoniare della dittatura nazista, che ho vissuto sulla mia pelle da bambina. Intendevo sensibilizzare i ragazzi sulle leggi razziali nazifasciste che hanno causato l'uccisione degli ebrei e di altre minoranze innocenti mediante il soffocamento col gas, e poi bruciate nei forni crematori dei lager di sterminio. Ultimamente si avvertono precisi segnali che nelle scuole italiane non si insegni più la Storia contemporanea, per cui si parla e grida su tutte le strade e piazze “Fascismo! Nazismo!”, ignorando in realtà che cosa siano state le due dittature. Purtroppo sono venuti a mancare i veri testimoni, creando un vuoto di Memoria della Storia. Io sono una testimone del Terzo Reich e desidero offrire con i miei racconti un affettuoso monito che ribadisca ancora una volta: “Chi non conosce la storia è condannato a ripeterla””.
Helga Schneider nasce nel 1937 in Slesia, territorio tedesco che dopo la Seconda guerra mondiale sarà assegnato alla Polonia. Dal 1963 vive in Italia, a Bologna. Ha all’attivo libri per Rizzoli, Salani, Einaudi e Adelphi. In particolare, si ricorda Il rogo di Berlino (1995, vincitore del Premio Rapallo Carige). Nel 2019 ha vinto il Premio Renato Benedetto Fabrizi dell’ANPI perché «propone ai cittadini del mondo e alle nuove generazioni la propria vicenda e quella della propria gente nel momento più buio della storia e dell’umanità». Per Oligo Editore ha pubblicato Per un pugno di cioccolata e altri specchi rotti (2019) e Bruceranno come ortiche secche. Relazioni pericolose ai tempi di Adolf (2021).