Una volta, in prossimità delle elezioni, le strade delle città venivano tappezzate di manifesti elettorali, con il faccione del candidato o della candidata di turno, l’immancabile slogan di accompagnamento e il simbolo. Oggi, di quei manifesti se ne vedono sempre meno in giro, mentre aumentano in maniera esponenziale i post sui canali social che tutti usiamo quotidianamente, diventati di fatto la nuova arena del dibattito politico per cercare di incontrare il consenso (e successivamente i voti) degli elettori.

Secondo i dati di Telpress, il nuovo “ufficio stampa” dei politici è Twitter dove, in 140 caratteri, condensano concetti, lanciano messaggi e, talvolta, chiudono o danno vita ad alleanze. Il social dell’uccellino azzurro si conferma lo strumento di riferimento nella comunicazione multimediale dei leader politici italiani, ma attenzione al sempre più crescente appeal che gli stessi hanno nei confronti di Tik Tok, soprattutto per quanto riguarda i leader del centrodestra Giorgia Meloni e Matteo Salvini. La piattaforma cinese di condivisione video per adolescenti, giunta in Italia soltanto cinque anni fa, è infatti raggiunta oggi da ben il 67% di utenti di età superiore ai 25 anni e, grazie al suo particolare algoritmo di base che privilegia la musica, manifesta una viralità di gran lunga maggiore rispetto a quella di tutti gli altri social tradizionali. E per chi in questi numeri vede semplici utenti è bene ricordare che, al contrario, si tratta di cittadini, molti dei quali votanti, alcuni addirittura alla loro prima votazione di sempre. Ecco spiegato lo sbarco dei leader, l’ultimo in ordine di tempo è Carlo Calenda, anche su Tik Tok. A proposito del fondatore di Azione, secondo Telpress si tratta del leader politico italiano con il maggior numero di pubblicazioni sui social, toccando la vertiginosa quota di 474. Segue distaccato Salvini con 230, terzo Letta con 150. La maggior presenza sui social nelle ultime settimane, però, ce l’hanno Meloni e Salvini: la presidente di Fratelli d’Italia raggiunge il leader del Carroccio. I social, quindi, sono diventati la nuova agorà? No. O meglio, non proprio. Sono indubbiamente il luogo in cui è possibile arrivare più rapidamente a informazioni e scambi di opinione, ma è chiaro che la vita reale sia esterna ad essi, seppur talvolta influenzata. Lo sa bene anche la politica, pure se preferisce investire di più in post sponsorizzati che in manifesti da affiggere sui muri delle città.