L'estate è arrivata e con essa le giornate più lunghe, le temperature più elevate e una conseguente maggiore esposizione al sole. Il caldo estremo può avere una serie di effetti negativi sul corpo umano, come disidratazione, può provocare vertigini, stanchezza e problemi respiratori, dare alcuni disturbi che possono essere anche gravi e richiedere cure particolari. Le temperature elevate possono creare problemi anche alla salute degli occhi. Secondo gli esperti di www.clinicabaviera.it, una delle aziende leader in Europa nel settore dell'oftalmologia, in estate i problemi visivi aumentano di oltre il 30%.

Il progetto “MASTER-H2 - MOF Azotati per lo Stoccaggio e la Trasformazione Efficiente e Rinnovabile dell’Idrogeno”, coordinato dal prof. Claudio Pettinari, docente di chimica inorganica della Scuola di Scienze del Farmaco e dei Prodotti della Salute dell’Università di Camerino, è risultato vincitore di un finanziamento erogato dai bandi a cascata emanati nell’ambito del Partenariato Esteso PNRR “NEST - NETWORK 4 ENERGY SUSTAINABLE TRANSITION”, coordinato dalla Fondazione Nest presieduta dal prof. Francesco Cupertino Rettore del Politecnico di Bari, in particolare dallo spoke 9 che si occupa di materiali innovativi energeticamente sostenibili.

Con il caldo estivo e le alte temperature di questi giorni, è facile ritrovarsi con meno energia. Quanto e come il cibo ci può aiutare a ritrovare l'energia? Cosa mangiare e cosa no? Ne parla Paolo Bianchini, consulente nutrizionale e nutraceutico di Salò e autore del Metodo Bianchini. Per quanto riguarda gli alimenti e le bevande che aiutano a recuperare il proprio livello energetico, afferma: “Sicuramente i cibi migliori sono quelli grassi come olive, avocado, cocco, frutta secca come mandorle (ricche di potassio). Come condimento, invece, meglio il burro chiarificato. Naturalmente questi cibi devo essere accompagnati anche a delle proteine nobili come carne, pesce e uova e delle verdure fresche di stagione.

La ricerca di nuove molecole o materiali con potenziali applicazioni tecnologiche o mediche parte anche dallo studio della fisica quantistica. Quando molecole o composti chimici interagiscono con la luce, possono modificare sostanzialmente le loro proprietà fisiche. Partendo da questa idea, il nuovo campo della chimica polaritonica ha l'obiettivo di produrre nuove reazioni chimiche utilizzando la luce come catalizzatore. Più in generale, il controllo delle interazioni luce-materia fornisce un mezzo per manipolare e sintetizzare nuova materia quantistica.

Tra 150 e 120 milioni di anni fa, un grande blocco crostale identificato come Placca “Greater Iberia” si è distaccato dall’Europa per poi frammentarsi, circa 30 milioni di anni fa, in una placca maggiore (“Iberia”) e in numerose microplacche che, nel tempo, hanno migrato verso Est per 500 km (costituendo le attuali Corsica e Sardegna) e 1000 km (gli odierni Monti Peloritani e la Calabria). È quanto emerge dallo studio “Paleomagnetism of the Peloritan terrane (NE Sicily): From Greater Iberia to the Neo Apennine-Maghrebide Arc” realizzato da un team di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), recentemente pubblicato sulla rivista ‘Tectonics’.

Quando è nato Carlomanno, re dei Franchi? Quando è nato Carlo il Giovane, figlio di Carlo Magno? Sono queste le domande al centro di un importante articolo a firma di Marco Stoffella del dipartimento di Culture e civiltà Univr e pubblicato nel numero di giugno della rivista scientifica “Studi medievali” (terza serie, anno LXV, Fasc. I – Giugno 2024). Lo studio è stato condotto in collaborazione con la Eberhard Karls Universistät Tübingen, Center for Advanced Studies 2496 “Migration and Mobility in Late Antiquity and in the Early Middle Ages”, e si è articolato in una rilettura e rivisitazione sistematica e critica della letteratura sull’argomento con ricerca su fonti già edite e solo in minima parte inedite, o edite parzialmente e/o in forma lacunosa. A ciò è seguito un attento pensiero critico che ha portato a un vero e proprio rovesciamento dello scenario tradizionale.

Le soglie indicate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) rispetto al tempo da dedicare all’attività fisica, alle attività sedentarie e al sonno per i bambini fino a 5 anni sono supportate da evidenze scientifiche molto limitate. A sottolinearlo è un gruppo di ricerca guidato da studiosi dell’Università di Bologna, che ha analizzato gli studi utilizzati per la messa a punto delle “Linee guida sull'attività fisica, i comportamenti sedentari e il sonno per bambini sotto i 5 anni di età”, pubblicate dall’OMS nel 2019. Dall’analisi degli studiosi – pubblicata sullo European Journal of Clinical Investigation – emerge che delle dieci raccomandazioni contenute nelle Linee guida, cinque non sono basate su risultati scientifici significativi, e le rimanenti sono basate solo su studi specifici sull’obesità infantile.

Spingere al limite i confini di ciò che si può imparare dai dati raccolti da Euclid, il nuovo telescopio spaziale dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA). È la sfida lanciata da ELSA, nuovo progetto di ricerca Horizon Europe che utilizzerà l'intelligenza artificiale per rivelare i dettagli nascosti delle galassie più deboli e rare. Lanciato in orbita nel luglio del 2023 e attivo ufficialmente dai primi mesi di quest’anno, Euclid sta indagando l'Universo alla ricerca della materia oscura: una missione il cui obiettivo primario è mappare più di un terzo del cielo.

Che cosa fa di un atleta un campione olimpico? Quali fattori rendono un chirurgo un esperto di primo piano? Cosa permette ad un artigiano di realizzare con maestria il suo lavoro? Che cosa c’è alla base di un esame universitario superato il modo brillante? Da molto tempo la psicologia del lavoro, le scienze dell’educazione e il management si interrogano sui fattori che permettono di ottenere alte prestazioni in qualunque ambito. Con un lavoro durato oltre dieci anni, un gruppo di ricerca guidato da Filippo Ferrari, professore al Dipartimento di Scienze Aziendali dell’Università di Bologna, è riuscito a identificare i fattori che sono alla base della performance e misurarli con un’equazione che comprende la somma di abilità, motivazione e caratteristiche personali, a cui si aggiunge il contesto esterno.






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