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Il detto popolare “Non mischiare le mele con le pere” potrebbe trovare conferma scientifica nel funzionamento dei nostri sistemi sensoriali e percettivi. A dimostrarlo è un recente studio condotto dall’Università di Firenze: i ricercatori si sono chiesti se i sensi umani tengano traccia in modo immediato e automatico non solo di quanti oggetti vengano percepiti ma anche di quale tipo essi siano. La ricerca, pubblicata su Proceedings of the Royal Society B nell’articolo “Feature selective adaptation of numerosity perception” è frutto della collaborazione tra il Dipartimento di Neuroscienze, Psicologia, Area del Farmaco e Salute del Bambino (Neurofarba) e il Dipartimento di Fisica e Astronomia. Rappresenta un passo importante nella comprensione del legame tra numeri e identità visiva, rivelando l’incredibile complessità dei meccanismi che regolano la nostra percezione del mondo.
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La corretta idratazione non è soltanto un pilastro del benessere generale del corpo, ma anche una componente cruciale nella capacità del nostro organismo di difendersi dalle minacce esterne. Il sistema immunitario, un complesso intreccio di cellule, tessuti e organi, dipende infatti da un’adeguata presenza di acqua per funzionare in modo ottimale. Anche il sistema linfatico, fondamentale per la risposta immunitaria, dipende dalla presenza di fluidi per trasportare linfociti, anticorpi e altre molecole immunitarie nelle zone del corpo dove sono necessarie.
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Sviluppare un’edizione scientifica digitale aperta e collaborativa de l promessi sposi con testo cinese a fronte. È l’obiettivo di “Leggo Manzoni/Wo-Dú Manzoni. Leggere I promessi sposi a Pechino”, un progetto che coinvolgerà studentesse e studenti del Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica dell’Università di Bologna e della Facoltà di Lingue Straniere dell’Università di Pechino, sotto la guida dei responsabili scientifici, professoressa Paola Italia e professor Mo Cheng. Il progetto punta a rendere il romanzo più accessibile, grazie a un’edizione digitale arricchita di informazioni contestuali, e a promuovere la diffusione della letteratura italiana in Cina.
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Il mondo delle formiche ha ispirato spesso la ricerca scientifica. In quanto animali ‘eusociali’, vale a dire caratterizzati da un alto livello di organizzazione e di cooperazione, le formiche hanno spesso fornito indicazioni per risolvere in modo semplice problemi apparentemente complessi. E uno dei problemi più complessi con cui si confrontano le società contemporanee è senza dubbio la mobilità nei contesti antropizzati.
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Nel campo remoto di Little Dome C, in Antartide, un team di ricerca composto da dodici istituzioni scientifiche di dieci Paesi europei ha raggiunto un risultato storico per le scienze del clima. La campagna di perforazione decisiva del progetto europeo Beyond EPICA – Oldest Ice ha raggiunto la profondità di 2.800 metri, dove la calotta glaciale antartica incontra la roccia sottostante. Il ghiaccio estratto conserva un archivio senza eguali sulla storia climatica della Terra, fornendo informazioni dirette sulle temperature atmosferiche e le concentrazioni di gas ad effetto serra nell’arco di 1,2 milioni di anni e probabilmente oltre.
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Un nuovo studio pubblicato sulla rivista PLOS One e condotto in collaborazione tra l’Università di Bologna, la Sapienza Università di Roma e l’Università di Modena e Reggio Emilia ha rivelato una differenza significativa nei tempi di sviluppo dentale tra i bambini medievali italiani e i bambini europei moderni.
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Un team di ricercatori, coordinato dal Prof. Paolo Tarolli, del Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali (TESAF) dell’Università di Padova, ha condotto uno studio per determinare le principali cause globali dell’intrusione del cuneo salino nell’agricoltura costiera e quantificare l’estensione delle aree potenzialmente a rischio. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista «Environmental Research Letters» e vede come prima autrice la dott.ssa Aurora Ghirardelli del TESAF. L'agricoltura costiera riveste un ruolo fondamentale per la produzione alimentare globale.
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Si chiama (2060) Chirone ed è un oggetto unico nel Sistema solare. Piccolo corpo celeste la cui orbita irregolare è situata fra quelle dei giganti gassosi Saturno e Urano, è grosso quanto un asteroide - le sue dimensioni sarebbero nell’ordine del centinaio di chilometri - adornato però dalla chioma tipica di una cometa, scoperta verso la fine degli anni ’80. Ce ne sarebbero altri di oggetti ibridi, un po’ asteroidi un po’ comete, i cui giri si svolgono fra l’orbita di Giove e quella di Nettuno, e che sono stati denominati centauri in virtù della loro duplice natura. Ma Chirone sembrerebbe proprio un oggetto speciale. “È stravagante quando lo confrontiamo alla maggior parte degli altri centauri” dice l’astronomo Charles Schambeau, della University of Central Florida in un articolo del magazine dell’Inaf.
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Una nuova generazione di microsatelliti in plastica, modulabili come mattoncini LEGO, che integrano i collegamenti elettrici tra le diverse schede operative al loro interno e quindi più leggeri, spaziosi ed efficienti: è questo l’obiettivo del progetto RISE (Resilient Integrated Structural Elements) dell’Università degli Studi di Trieste e dell’azienda PICOSATS. La stazione spaziale internazionale, dal 6 novembre ne ospita un prototipo molto speciale ideato dai ricercatori dell’Università degli Studi di Trieste e dall’azienda spin off dell’ateneo PICOSATS. Si tratta di un cubo in materiale plastico percorso da piste conduttrici (circuiti) che servono a collegare le schede operative montate all’interno dell’oggetto.