Si chiama RETURN - multi-Risk sciEnce for resilienT commUnities undeR a changiNg climate - il Partenariato Esteso che vuole rafforzare le filiere della ricerca sui rischi ambientali, naturali e antropici a livello nazionale e promuovere la loro partecipazione alle catene del valore strategiche europee e globali. La presentazione ufficiale si è tenuta oggi a Napoli: coinvolti 26 partner, tra cui 12 Università, 5 Enti di ricerca e Centri di Competenza, 6 privati, 2 Enti territoriali e il Dipartimento di Protezione Civile per un investimento erogato dal MUR di 115.100.000 euro.

Si sono trovati nel posto giusto al momento giusto, catturando le trasformazioni del cuore di una galassia lontana. Sono gli allievi del corso di "Complementi di astronomia" dell’Università di Firenze che, grazie alle osservazioni effettuate presso il Telescopio Nazionale Galileo (TNG, che si trova a La Palma, nelle Canarie), sono riusciti a raccogliere i dati di un evento raramente documentato, l’evoluzione dell’attività del nucleo di una galassia a 300 milioni di anni luce dalla Terra.

Un team di ricercatori dell’Unità di Neuroimmunologia, guidati dal professor Gianvito Martino, neurologo, neuroscienziato e direttore scientifico dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, firma un nuovo studio su Nature Communication che aggiunge un importante tassello alla definizione dei meccanismi cellulari e molecolari che regolano i circuiti cerebrali che sottendono la capacità di pensare e, in particolare, di decidere.

Da Bologna allo spazio. È la storia di Meganne Christian, ricercatrice dell’Istituto per la microelettronica e microsistemi (Imm) del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Bologna, selezionata a novembre come riserva nella classe 2022 degli astronauti dell’Agenzia Spaziale Europea. La classe è composta di 17 persone -tra cui 5 astronauti di carriera, un parastronauta, e 11 riserve- scelte tra oltre 22.500 candidati da tutti gli Stati membro dell’ESA. Pur rappresentando l’ESA come astronauta del Regno Unito, vive e lavora a Bologna dal 2014 e da poco è diventata anche cittadina italiana. In attesa di una possibile missione, Christian continuerà a lavorare come scienziata dei materiali al Cnr e servirà l’ESA come ambasciatrice dello Spazio in Europa e oltre. Christian è nata nel Regno Unito ed è cresciuta in Australia.

Le persone più attive la sera potrebbero sviluppare più facilmente dei disturbi d’ansia. Questo, in estrema sintesi, è il risultato raggiunto da un team internazionale di ricerca coordinato da studiosi dell’Università di Messina e dell’Università di Bologna. Secondo lo studio, pubblicato sul Journal of Affective Disorders, le persone con un cronotipo serale – che sono cioè più attive di sera – presentano un apprendimento della paura alterato: una caratteristica che spiegherebbe il maggiore rischio per queste persone di sviluppare disturbi d’ansia.

Alzheimer e Parkinson potrebbero originare dallo stesso meccanismo neurodegenerativo, per poi differenziarsi in seguito. Questa è la sintesi di un articolo pubblicato recentemente sulla rivista internazionale IBRO Neuroscience Reports e scritto da tre ricercatori dell’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Istc). I ricercatori hanno chiamato tale fenomeno neurodegenerativo “NES-Neurodegenerative Elderly Syndrome” (Sindrome neurodegenerativa dell’anziano).

Il cervello può agire in maniera differente a livello cognitivo e funzionale in base al genere? O, per farla più semplice, esiste una differenza tra il cervello degli uomini e quello delle donne? Sì, e non si tratta solo ed esclusivamente di un luogo comune. Infatti, uno studio condotto da Lise Eliot della Rosalind Franklin University conclude che le differenze sono essenzialmente attribuibili alla dimensione della testa. Nello studio emerge che le donne hanno un cervello dell’11% più piccolo rispetto agli uomini, se correlato con le dimensioni globali del corpo.

Uno studio, coordinato dall’Istituto di geologia ambientale e geoingegneria del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Igag) e dall’Università degli Studi Roma Tre e pubblicato su Nature Communications Earth & Environment, descrive come la formazione di nanocristalli (anche detti nanoliti, fino a 10.000 volte più piccoli di un capello umano) in magmi basaltici, possa essere indotta da minime differenze composizionali, in particolare, un più alto contenuto in metalli come titanio e ferro. Gli autori dimostrano che la formazione di nanoliti ha un impatto rilevante sui meccanismi di trasporto del magma che li ospita, giacché ne aumenta la viscosità e favorisce la formazione di bolle. Entrambi questi fattori figurano tra le possibili cause di eruzioni vulcaniche esplosive.

Con l’Associazione Angela Serra per la Ricerca sul Cancro, l’Università di Modena e Reggio Emilia e la Universidad de Especialidades Espíritu Santo (UEES) di Samborondon in Ecuador, l’Università del Salento ha fondato il “Centro de investigationes sobre el cancro en Galapagos”. Situato nell’isola di San Cristobal, sede del Governatorato delle Galapagos (Ecuador), il Centro è stato inaugurato nelle scorse settimane alla presenza dei rappresentanti istituzionali e alle autorità religiose del territorio, oltre che ai rappresentanti delle istituzioni che hanno fondato il Centro.






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