La televisione tradizionale? Rischia di fare la fine del caro buon vecchio tubo catodico; ovvero, finire ad occupare uno spazio nella memoria di qualcuno e nulla più. Almeno, per quanto riguarda le nuove generazioni. Lo dimostra un’indagine del portale Skuola.net condotta in occasione della Giornata Mondiale della Televisione, svoltasi lo scorso 21 novembre.

Il mezzo, di per sé, resta, anche perché ultimamente le case produttrici sfornano modelli sempre più interattivi e all’avanguardia; quello che invece non interessa ai giovani sono i contenuti proposti dai canali generalisti. Il 42% sembra poter tranquillamente fare a meno dei broadcaster tradizionali, sostituendoli con l’offerta on demand, con cui è possibile scegliere cosa vedere e quando. In altre parole, Netflix, Sky Go, Disney +, Amazon Prime, Raiplay, Discovery Plus, Infinity e Dazn. Nell’indagine si scopre che anche coloro che usufruiscono della tradizionale offerta dei palinsesti televisivi non sono comunque dediti a sessioni profonde per durata o esclusività. Insomma, a farla da padrone è senza ombra di dubbio l’on line: oltre 3 ragazzi su 10 affermano di accedervi ogni giorno, a cui va aggiunto un 23% che ritorna almeno due o tre volte alla settimana. Balzo in avanti anche per il tempo di visione: il 40% non va mai al di sotto dell’ora, il 28% arriva anche a tre ore consecutive, il 10% può resistere fino a quattro ore. Un fatto comprensibile, soprattutto quando si parla di quelle serie tv con i classici episodi da “uno tira l’altro”. “Vanno matti per le serie televisive ma, il più delle volte, non le guardano sui broadcaster tradizionali e la televisione. Infatti la televisione, che solo una decade fa monopolizzava il tempo libero degli adolescenti e dei giovani, non è più sola. I nuovi contendenti sono le piattaforme di streaming video fruite tramite smartphone, pc o tablet. Un netto cambiamento rispetto agli adulti ma anche rispetto alla generazione di giovani immediatamente precedente che, per guardare i film a casa, consumava le televisioni domestiche e faceva la fila al cinema o da Blockbuster” afferma Daniele Grassucci, Head of Content and Communication di Skuola.net.