Carlotta Cernigliaro - La violenza di genere è considerata un reato in molte giurisdizioni in tutto il mondo. La definizione specifica e la classificazione dei reati legati alla violenza di genere variano da paese a paese, spesso includono crimini come l’abuso fisico, la violenza sessuale, lo stalking, il bullismo e altre forme di maltrattamento basate sul genere. Molte legislazioni hanno implementato leggi specifiche per affrontare la violenza di genere che includono disposizioni per ordini di restrizione, procedimenti giudiziari accelerati, risorse per le vittime e azioni legali contro gli aggressori, spesso integrate in quadri legali più ampi che affrontano i diritti umani, la parità di genere e la protezione delle vittime come parte di uno sforzo più ampio per combattere la discriminazione e promuovere l’uguaglianza. La percezione e l’affronto della violenza di genere possono variare notevolmente nelle diverse culture; la consapevolezza e la comprensione del REATO aumentano, ma sono ancora tante le sfide nel garantire la piena attuazione delle leggi e la prevenzione di tale violenza.

Dipingere la resistenza: un quadro per rompere la catena della violenza. Questo gioco di parole utilizza il concetto di “dipingere” sia come atto artistico che come metafora per dipingere una resistenza. 

In un mondo che sta progredendo rapidamente sotto molti aspetti, la lotta per l’uguaglianza di genere è più rilevante che mai, un tema scottante che continua a minare i diritti fondamentali di metà della popolazione mondiale, un imperativo morale e sociale per il progresso; le donne di ogni età, classe sociale, origine etnica continuano ad affrontare violenze fisiche, psicologiche ed economiche quotidiane; le conseguenze sono profonde e si ripercuotono su intere comunità, creando un ciclo perpetuo di oppressione. La sfida consiste non solo nel denunciare la violenza, ma anche nell’affrontare le radici profonde di questa cultura che consente e perpetua tali comportamenti. L’educazione, l’empowerment economico e l’accesso a risorse legali adeguate sono solo alcune delle chiavi per affrontare il problema. È fondamentale incoraggiare un dialogo aperto che coinvolga tutti noi per la costruzione di un mondo giusto e guardare al futuro con la certezza che stiamo lavorando per una società in cui ogni individuo può vivere con dignità e rispetto. Attraverso la consapevolezza collettiva e la responsabilità condivisa possiamo sperare di creare un ambiente in cui le donne possano vivere senza la paura come compagna di vita. Opere in mostra foto @Paola Zorzi 

 

 

Questa intersezione tra galleristi, curatori e artisti contribuisce a definire nuove prospettive artistiche, una voce collettiva come potentissimo alleato, contro le disuguaglianze che persistono nella società e nell'ambiente artistico.

I galleristi, con il loro potere di plasmare il mercato, hanno l'opportunità di promuovere una rappresentazione equa. La loro capacità di identificare il valore intrinseco di un'opera e di connetterla con il pubblico giusto è cruciale; la fiducia nei talenti emergenti e il sostegno agli artisti affermati sono cardini di una galleria contemporanea. Sostenere artiste donne, artisti non binari e tutte le voci sotto-rappresentate può abbattere stereotipi e aprire nuovi orizzonti di creatività.

I curatori, come agenti di cambiamento, possono creare esposizioni che oltrepassano norme di genere rivelando narrazioni autentiche. La loro cura nell'allestire gli spazi è un atto artistico in sé e selezionare opere che esplorano le identità di genere, le sfide e i successi delle donne nell'arte, trasforma le mostre in luoghi di pratica dell'uguaglianza.

Gli artisti, i veri cuori pulsanti di questa triade, sono la forza creativa che alimenta l'intero sistema: la capacità di esprimere emozioni, critica sociale e visioni uniche dà forma al dialogo artistico. Collaborando con galleristi e curatori, gli artisti portano con voce potente nuove prospettive e linguaggi visivi che sfidano, ispirano e arricchiscono la cultura. Esplorare tematiche legate alla liberazione dalle convenzioni sociali può essere una forma di resistenza artistica e ridefinizione di paradigmi atavici.

Questa iniziativa culturale collettiva esplora le esperienze delle donne dirette o interpersonali attraverso differenti medium, dalla pittura alla scultura, dalla fotografia alle installazioni e ancora dalla narrazione alla musica. Una massima apertura al dialogo sulle questioni di genere e la promozione di artisti/e, di spazi inclusivi, sono elementi centrali di questa unione.

 

Paola Zorzi - UN APPROCCIO TEORICO ALLA DISCRIMINAZIONE DI GENERE

Le idee della classe dominante sono socialmente condizionanti e in parte influenzano anche chi ne è vittima. Per questo motivo problemi che hanno a che fare con un assetto sociale consolidato non sono mai così facilmente estirpabili. Sovente persino le donne inconsapevolmente o obtorto collo, contribuiscono all'affermazione del sistema dominante, anche quando questo si presenta come discriminatorio nei loro confronti. Contemporaneamente i retaggi di una società patriarcale, incuneati com'erano in un sistema che fino a non molti decenni or sono era (quasi esclusivamente)  strutturalmente classista e gerarchico, aveva, ed ancora oggi ha, i mezzi per reprimere con forza tutto ciò che tende a scardinare quell'ordine.

Le lotte delle donne per affermare i propri diritti e superare le discriminazioni di genere hanno infatti trovato sempre forti opposizioni ovunque. Anche quando finalmente le società più avanzate acquisendo consapevolezza della necessità di emanciparsi si sono dotate di strumenti adeguati al grado di avanzamento proprio di una società moderna, è ancora un sistema strutturalmente piramidale, ancorato al passato, ad opporre resistenze in tal senso. In un tale contesto persino coloro che giacciono ai gradini più bassi della scala sociale possono infatti contare su qualche sottoposto su cui esercitare potere e sfogare le proprie frustrazioni... piuttosto che contestarne la struttura. 

Non è un caso se le donne ancora oggi percepiscono in media e a parità di prestazioni  una minore retribuzione rispetto agli uomini, se,  in caso di crisi, sono le prime a subirne le conseguenze e se continuano a subire vari tipi di discriminazioni, mortificazioni e violenze sia sul lavoro che tra le mura domestiche. In molti casi ciò che in realtà è il prodotto di un assetto sociale ed economico risulta spacciato come fattore naturale che in quanto tale, a quel punto, è rappresentato come qualcosa di immutabile e difficilmente contestabile. È sempre stato così - si dice - e non mancano certo "esempi" a corroborare questa tesi. Ma a ben guardare questo è un approccio superficiale e statico alla Storia. Anche la tirannia, la schiavitù, le barbarie sono sempre esistite eppure questo non ha impedito che a un certo punto queste potessero essere superate. Performance e visitatori all'apertura foto @paolazorzi 

 

 

ARRETRATEZZA E VIOLENZA

E mentre sappiamo che in ben 20 Paesi europei l'educazione all'affettività e alla sessualità è prevista ed obbligatoria nelle scuole dell'obbligo, in Italia l'insegnamento è ancora disomogeneo, facoltativo, sovente limitato al doposcuola, fonte da sempre di dispute insanabili. Eppure non scandalizza che questo avvenga in un mondo in cui a ragazze e ragazzi non sono risparmiate immagini, messaggi, spettacoli ecc. in cui la volgarizzazione delle tematiche legate all'affettività e alla sessualità è più che evidente.

La violenza che le donne subiscono può manifestarsi in vari modi fino ad arrivare al femminicidio.  Ma, al di là della reazione emotiva che fatti come questi scatenano, e che però tende ad essere tanto intensa quanto fugace, sarebbe necessario ricercare quelle cause che, pur implicando il libero arbitrio su di un piano soggettivo, non si esauriscano in quello. Non sono infatti passati secoli da quando nei confronti delle donne venivano avanzate aspettative etico-morali del tutto asimmetriche rispetto agli uomini. E se nel frattempo, grazie ai grandi movimenti degli Anni Sessanta e all'aver messo in discussione vecchi modi di pensare, le famiglie e l'intera società non sono più quelle di un tempo, è anche vero che tensioni sociali irrisolte, la sempre più stridente sperequazione tra ricchi e poveri, il non facile riadeguamento in termini di redistribuzione delle ricchezze all'interno di una società tecnologicamente avanzata, tutte queste ed altre componenti, non rendono certo più facili i rapporti tra le persone in generale e tra i sessi in particolare. 

 

LA PRESSIONE SOCIALE NON RISPARMIA NESSUNO

La pressione che un sistema sociale esercita, nel bene e nel male, non risparmia nessuno neppure coloro che ne godono i privilegi. Perché se da un lato le donne ancora oggi sono quelle che di fatto subiscono maggiormente le ricadute negative, dall'altro basterebbe pensare a un mondo in cui alle donne fosse concesso di esprimere tutto il loro potenziale in termini di sensibilità, intelligenza, professionalità, per comprendere quanto sia la società intera, nel suo insieme a subire una drastica perdita. Per non parlare delle vie traverse, dei palliativi, delle compensazioni e persino delle perversioni che emergono là dove vigono queste insufficienze e frustrazioni. E un mondo in cui competizione, arrivismo e status symbol sono sovente spacciati come valori assoluti non può che produrre frustrazione e un rapporto distorto con il mondo. 

 

ASPIRAZIONE AD UNA COMPLEMENTARIETÀ TRA SESSI TROPPO SOVENTE REPRESSA

Immaginare un mondo in cui uomini e donne vivano pienamente una condizione di parità, all'interno di una società più equa, significa immaginare un mondo migliore per tutti. Un mondo in cui piuttosto che immaginare uomini e donne costretti a un'eterna lotta, nonché utile in determinati frangenti, possano un giorno esprimere pienamente quella complementarietà costruttiva per troppo tempo repressa. 

 

ESSENZIALE: NON TRADIRE LE ASPETTATIVE DELLE NUOVE GENERAZIONI DI BAMBINE, RAGAZZE E DONNE 

Ma in fondo, al momento attuale l'importante è non tradire le aspettative delle nuove generazioni di bambine, ragazze e donne che, non più succubi di condizionamenti culturali e fobie, proprio per questo, aspirano a essere artefici del proprio futuro e di quello dell'intera società. Un mondo si è finalmente aperto ai loro occhi e in questo nuovo scenario anche il ruolo della coppia non potrà più essere lo stesso. La realizzazione delle potenzialità femminili, infatti, non potrà che determinare vantaggi per tutti, maggiore comprensione, relazioni più equilibrate, sinergie e interazioni costruttive.

Potrebbe sembrare utopia in un mondo ancora così caratterizzato dalla violenza, ma si tratta di una complementarietà con l'altro sesso di cui abbiamo cominciato a vederne balenare le potenzialità. Pur da un piccolo spiraglio tante donne hanno intravisto ciò che potrebbe essere e ancora non è. Una consapevolezza questa che non potrà più essere ignorata perché la coscienza è persistente e non può essere cancellata.

 27 artisti, 14 curatori, 

4 galleriste, 3 musicisti:
"le stelle dicono che il buio si combatte insieme"

 

Silvy Bassanese

 Arte Contemporanea

Biella, fino al  10 maggio

 

Villa Cernigliaro

Sordevolo, fino al  7 aprile

 

GALLERIA SILVY BASSANESE : 

ELIZABETH ARO

PAOLA CALCATELLI

CARLA CROSIO

LAURA FERNANDEZ

FEDERICA FERZOCO

LAURA FORTIN

CHIARA MAZZERI

LEONARDO PIERRO

BARBARA PIETRASANTA

TOPYLABRYS

ROBERTA TOSCANO

Con la collaborazione di Diego Pasqualin

 

VILLA CERNIGLIARO : 

ANNE-CATHERINE CARON

VICTORIA CHAPMAN

FRANCESCA CONCHIERI, MAURO COSSU

MAURIZIO CORONA

CARLO DE POLI

ELISA FRANZOI

LORENZO GNATA

JANA KASALOVÀ

LEISA LOAN

ANGELA LOBEFARO, MAX GRECO

GIORGIO PICCAIA

LORENA SMANIOTTO

L. MIKELLE STANDBRIDGE

PAOLA ZORZI

In collaborazione con Casa Regis