L’economia internazionale è in rallentamento caratterizzata da dinamica eterogenea per aree geografiche e settori, inflazione ancora elevata ma in calo e condizioni di finanziamento restrittive che pesano soprattutto sulla domanda interna. Dal lato dell’offerta, il comparto manifatturiero sta sperimentando una particolare debolezza e quello dei servizi ha perso lo slancio fornito dalle riaperture post-pandemia. Lo rileva l’Istat nella nota mensile sull’andamento dell’economia italiana.

Il calo dei consumi di beni ha determinato in molti paesi anche una flessione delle importazioni. A giugno, il commercio globale di merci in volume è diminuito dello 0,7% (+0,5% a maggio), frenato in particolare dalla diminuzione dell’import dell’area euro, dei mercati asiatici emergenti, con l’esclusione della Cina, e del Regno Unito. Il PMI globale sui nuovi ordinativi all’export anche ad agosto è rimasto (da febbraio 2022) sotto la soglia di espansione, indicando una possibile ulteriore riduzione degli scambi internazionali nei prossimi mesi. Nello stesso periodo, i listini delle principali materie prime hanno ripreso a crescere. Il prezzo del Brent ha toccato il valore più elevato da novembre 2022 (86,2 dollari al barile da 80,1 a luglio) e l’indice del gas naturale europeo è salito a 93,3 da 85,2. Il tasso di cambio euro dollaro è invece rimasto stabile e vicino alla parità (1,09 dollari per euro ad agosto da 1,11 del mese precedente). In Cina, il calo della domanda estera e la debolezza della spesa dei consumatori ha continuato a pesare sulle imprese. Le prospettive economiche restano sfavorevoli nonostante le misure di sostegno varate dal governo cinese. Ad agosto sia le esportazioni sia le importazioni cinesi sono diminuite in termini tendenziali (-8,8% e -7,3% rispettivamente). L'indice Pmi del manifatturiero di agosto si è ridotto ulteriormente ed è rimasto sotto la soglia di espansione del 50, mentre quello relativo ai servizi (51 da 51,5 di luglio) ha segnato un calo marginale e ha continuato a segnalare un’espansione solo modesta del comparto. Negli Stati Uniti, la seconda stima del Pil ha mostrato una marginale revisione al ribasso (+0,5% da +0,6%) per il periodo aprile–giugno, con una riduzione delle stime iniziali per gli investimenti fissi non residenziali parzialmente compensata da revisioni al rialzo per la spesa pubblica, per i consumi delle famiglie e per gli investimenti residenziali. La fiducia dei consumatori rilevata dal Conference Board ad agosto ha sorpreso decisamente al ribasso (106,1 da 114) con peggioramenti diffusi alle condizioni correnti e alle aspettative.