Una tragedia. Una tragedia climatica. Una tragedia che ancora deve essere delineata del tutto. Si è staccata la scorsa notte una massa di ghiaccio della Marmolada, sulle Alpi orientali al confine tra le province di Trento e quella di Belluno, ed è volata a 300 km orari investendo tante delle persone che lì erano in vacanza o a lavorare. Al momento, 4 luglio, ci sono 6 morti, 8 feriti e 17 dispersi accertati. Ma il bilancio potrebbe anche essere più grave, come rivelato dal procuratore di Trento, Sandro Raimondi.


Degli 8 feriti, almeno 2 sono in gravissime condizioni. Ma il timore più grande, come spiega ancora Raimondi, è che “le vittime aumentino almeno del doppio se non del triplo, visto il numero di dispersi e il fatto che siano rimaste parcheggiate lì 16 auto”.
Intanto, il Premier Mario Draghi si sta recando a Canazei, in provincia di Trento, alla centrale operative che sta coordinato le operazioni di soccorso e ricerca seguito al crollo.
Delle 6 vittime, 3 sarebbero italiani, uno cecoslovacco e due, un uomo e una donna, non sono ancora stati identificati. Anche alla luce del fatto che “è stata una carneficina inimmaginabile. Alcuni corpi saranno identificati solo attraverso l’esame del Dna”.
Tra loro anche un ragazzo di 27 anni, Filippo Bari, che faceva parte di un gruppo di tre alpinisti di Malo. Quindici minuti prima del gigantesco distacco del seracco di ghiaccio, aveva mandato un selfie al fratello. Poi il silenzio. Tra i dispersi anche una guida di Valdagno e Davide Miotti, guida alpina di Tezze sul Brenta, che secondo le primissime informazioni era sulla Marmolada assieme alla moglie.
Un equipaggio dei vigili del fuoco permanenti di Trento è stato portato sul ghiacciaio per proseguire le ricerche durante con i droni dotati di termocamere, in grado di individuare anche al buio la fonte di calore emessa da una persona. Al momento non vi sono notizie sull'esito dei sopralluoghi. Che non sono facili, oltretutto, perché le condizioni meteorologiche sono avverse per le ricerche dei soccorritori; il freddo e le basse temperature sono fondamentali per garantire un minimo di sicurezza alle operazioni, visto che sulla montagna è rimasto un'enorme quantità di ghiaccio pericolante.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha telefonato poco fa al governatore trentino, Maurizio Fugatti per esprimere cordoglio e vicinanza all'indomani della tragedia della Marmolada.