A 55 anni dallo sbarco dell’Apollo 11, la Luna continua a svelarsi nel suo lato oscuro agli scienziati ancora oggi impegnati nello studio del satellite naturale della Terra: per la prima volta, una ricerca internazionale ha identificato più di 20 strutture legate a crateri ora sepolti e diverse stratificazioni inclinate nella regolite, lo strato di materiale composto da polvere, roccia e detriti, che si trova sulla superficie della Luna ed è il risultato di millenni di impatti di meteoriti e di processi erosivi. A coordinare il team di ricercatori è il gruppo di geofisica applicata del professore Michele Pipan del dipartimento di matematica, informatica e geoscienze dell’Università degli Studi di Trieste.

L’inquinamento da microplastiche rappresenta una minaccia sempre più grave per oceani, mari e fiumi e, di conseguenza, per la salute umana. Uno dei principali problemi da affrontare per contrastare questa minaccia è comprendere come le minuscole particelle di plastica vengano trasportate dai corsi d’acqua, si disperdano nell’oceano e infine si depositino sul fondale marino. Una nuova ricerca fa luce proprio sulla dinamica rotazionale delle fibre di microplastica nei flussi turbolenti, fornendo informazioni cruciali sulle proprietà di trasporto, come la velocità di sedimentazione e le caratteristiche di dispersione di questi inquinanti.

Dopo il Food Project, la creazione della Fondazione OnFoods e il Food for Future (il Progetto del Dipartimento di Giurisprudenza, Studî Politici e internazionali, premiato con la qualifica di “Eccellenza” dal Ministero), un ulteriore importante riconoscimento è stato assegnato all’Università di Parma nell’ambito della ricerca nel settore alimentare. Il Centro Studi in Affari Europei e Internazionali (CSEIA) dell’Ateneo è stato infatti riconosciuto come “Centro d’eccellenza” da EACEA (l’Agenzia esecutiva per l'istruzione e la cultura della Commissione europea) per il triennio 2024-2027, grazie a un progetto interdisciplinare sulla sicurezza alimentare (FOSTER – “Food Security Team of Early-career Researchers”).

L'estate è arrivata e con essa le giornate più lunghe, le temperature più elevate e una conseguente maggiore esposizione al sole. Il caldo estremo può avere una serie di effetti negativi sul corpo umano, come disidratazione, può provocare vertigini, stanchezza e problemi respiratori, dare alcuni disturbi che possono essere anche gravi e richiedere cure particolari. Le temperature elevate possono creare problemi anche alla salute degli occhi. Secondo gli esperti di www.clinicabaviera.it, una delle aziende leader in Europa nel settore dell'oftalmologia, in estate i problemi visivi aumentano di oltre il 30%.

Il progetto “MASTER-H2 - MOF Azotati per lo Stoccaggio e la Trasformazione Efficiente e Rinnovabile dell’Idrogeno”, coordinato dal prof. Claudio Pettinari, docente di chimica inorganica della Scuola di Scienze del Farmaco e dei Prodotti della Salute dell’Università di Camerino, è risultato vincitore di un finanziamento erogato dai bandi a cascata emanati nell’ambito del Partenariato Esteso PNRR “NEST - NETWORK 4 ENERGY SUSTAINABLE TRANSITION”, coordinato dalla Fondazione Nest presieduta dal prof. Francesco Cupertino Rettore del Politecnico di Bari, in particolare dallo spoke 9 che si occupa di materiali innovativi energeticamente sostenibili.

Con il caldo estivo e le alte temperature di questi giorni, è facile ritrovarsi con meno energia. Quanto e come il cibo ci può aiutare a ritrovare l'energia? Cosa mangiare e cosa no? Ne parla Paolo Bianchini, consulente nutrizionale e nutraceutico di Salò e autore del Metodo Bianchini. Per quanto riguarda gli alimenti e le bevande che aiutano a recuperare il proprio livello energetico, afferma: “Sicuramente i cibi migliori sono quelli grassi come olive, avocado, cocco, frutta secca come mandorle (ricche di potassio). Come condimento, invece, meglio il burro chiarificato. Naturalmente questi cibi devo essere accompagnati anche a delle proteine nobili come carne, pesce e uova e delle verdure fresche di stagione.

La ricerca di nuove molecole o materiali con potenziali applicazioni tecnologiche o mediche parte anche dallo studio della fisica quantistica. Quando molecole o composti chimici interagiscono con la luce, possono modificare sostanzialmente le loro proprietà fisiche. Partendo da questa idea, il nuovo campo della chimica polaritonica ha l'obiettivo di produrre nuove reazioni chimiche utilizzando la luce come catalizzatore. Più in generale, il controllo delle interazioni luce-materia fornisce un mezzo per manipolare e sintetizzare nuova materia quantistica.

Tra 150 e 120 milioni di anni fa, un grande blocco crostale identificato come Placca “Greater Iberia” si è distaccato dall’Europa per poi frammentarsi, circa 30 milioni di anni fa, in una placca maggiore (“Iberia”) e in numerose microplacche che, nel tempo, hanno migrato verso Est per 500 km (costituendo le attuali Corsica e Sardegna) e 1000 km (gli odierni Monti Peloritani e la Calabria). È quanto emerge dallo studio “Paleomagnetism of the Peloritan terrane (NE Sicily): From Greater Iberia to the Neo Apennine-Maghrebide Arc” realizzato da un team di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), recentemente pubblicato sulla rivista ‘Tectonics’.

Quando è nato Carlomanno, re dei Franchi? Quando è nato Carlo il Giovane, figlio di Carlo Magno? Sono queste le domande al centro di un importante articolo a firma di Marco Stoffella del dipartimento di Culture e civiltà Univr e pubblicato nel numero di giugno della rivista scientifica “Studi medievali” (terza serie, anno LXV, Fasc. I – Giugno 2024). Lo studio è stato condotto in collaborazione con la Eberhard Karls Universistät Tübingen, Center for Advanced Studies 2496 “Migration and Mobility in Late Antiquity and in the Early Middle Ages”, e si è articolato in una rilettura e rivisitazione sistematica e critica della letteratura sull’argomento con ricerca su fonti già edite e solo in minima parte inedite, o edite parzialmente e/o in forma lacunosa. A ciò è seguito un attento pensiero critico che ha portato a un vero e proprio rovesciamento dello scenario tradizionale.






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