Sono circa 400 gli abitanti che animano il borgo retino di Orvinio, immerso nei boschi dei Monti Lucretili, in territorio sabino. Un paese che ancora oggi conserva un fascino antico, con i suoi vicoli e i suoi panorami che permettono di vivere appieno l’atmosfera medievale delle sue origini. In antichità era conosciuto come “Canemorto”, toponimo attribuito dalla leggenda al nome che i soldati di Carlo Magno avrebbero dato ai saraceni uccisi qui in battaglia, ma poi ribattezzato Orvinio.

Una piccola gemma da scoprire nel Lazio e dove ritrovare quelle radici sabine che contraddistinguono i borghi sulle montagne di Rieti. Da vedere le diverse chiese che hanno resistito al tempo e al corso della storia: la Chiesa di Santa Maria dei Raccomandati, situata nella zona più sopraelevata del borgo, che custodisce le opere del pittore Vincenzo Manenti, nato proprio a Orvinio; la Chiesa di San Giacomo sorge, invece, nel centro storico. Attrazione più conosciuta di questo comune è il Castello Malvezzi Campeggi, che difende la città dal Medioevo e le cui mura occupano gran parte del centro storico. Gli amanti dell’avventura e della vita all’aria aperta troveranno ad Orvinio una base ideale per le numerose escursioni e attività che questo territorio offre: dal trekking alle passeggiate a cavallo fino ai percorsi in mountain bike lungo i sentieri del Parco dei Monti Lucretili. Italiani di ritorno e oriundi di discendenza italiana potranno trovare in questo borgo il fascino e la semplicità dell’Italia antica, quella vita costellata da piccole botteghe e sapori semplici immersi nelle montagne sabine. Da provare la gastronomia, fatta di sapori genuini e poveri, ma che trasuda tradizione e cultura: tra i piatti tipici il polentone, cui è dedicato un festival a gennaio e ad agosto, e il cecamariti, un tipo di pasta fatta in casa, che viene celebrata con l’omonima sagra nel mese di giugno. Ad ottobre, invece, prendono le scene i vini e le birre del territorio nell’appuntamento di Enorvino; per l’occasione, non solo degustazioni alcoliche, ma anche assaggi di prelibatezze del territorio, come le sagne all’aglione e le specialità alla brace, oltre ad un ricco palinsesto di artigianato e spettacoli. Una piccola curiosità: in località Pratarelle, su un piccolo altopiano, da maggio a luglio si può assistere alla più alta concentrazione di fioritura delle orchidee selvatiche spontanee di tutto il Parco. Per vivere in toto l’esperienza retina, da non perdere la Festa del Patrono, San Nicola di Bari, celebrata la seconda quindicina di agosto e in cui il borgo si anima tra spettacoli e manifestazioni culturali.

COME ARRIVARE: L’aeroporto di riferimento è quello di Ciampino (70 km), mentre la stazione ferroviaria è quella di Oricola-Pereto (12 km). In auto da Roma, lungo A24 e Via Licinese/SR314:  seguire A24 in direzione di SS 5 a Vicovaro. Prendere l'uscita Vicovaro-Mandela da A24 e guidare in direzione di Via Licinese/SR314 a Orvinio.

ALTRI LUOGHI DA VISITARE: A circa due chilometri da Orvinio verso Pozzaglia, nella Valle Muzia, si trovano i resti dell’ imponente Abbazia di Santa Maria del Piano, fondata nel IX secolo. Verso Scandriglia, invece, è possibile raggiungere il complesso di Vallebona, il Santuario edificato nel 1643 nel vecchio borgo di Vallebina dopo che i suoi abitanti lo avevano abbandonato. 

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