"Il liceo del made in Italy è stato introdotto con la legge sul made in Italy del 27 dicembre scorso, entrata in vigore l'11 gennaio, cioè 33 giorni fa, lo ripeto, 33 giorni fa. Considerando il periodo di festività natalizie e le tempistiche che caratterizzano generalmente le procedure nel nostro Paese può quindi considerarsi già un buon inizio aver dato avvio a questo percorso di studi sperimentali in così poco tempo. Peraltro, come sanno i genitori, il nuovo liceo si è aggiunto alla proposta formativa quando il percorso di orientamento nelle scuole si era già concluso da tempo, nel dicembre scorso". Così il ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, rispondendo il 14 febbraio al question time alla Camera a un'interrogazione di Azione sul liceo del made in Italy.

"In questo brevissimo lasso di tempo - sottolinea Urso - crediamo che sia davvero apprezzabile e incoraggiante essere giunti a oltre 400 iscrizioni, che potrebbero avere un ulteriore incremento nei prossimi giorni, man mano che giungono quelle fatte direttamente negli istituti. Ciò consentirà di attivare, già in settembre, i primi licei nei principali distretti industriali italiani. Questo è, infatti, un anno pilota e anche per questo è già in atto il coinvolgimento dei rappresentanti del mondo produttivo per la definizione dell'offerta formativa del nuovo liceo e per la partecipazione alla costituenda fondazione Imprese e competenze per il made in Italy". Urso informa che il ministero dell'Istruzione e del merito ha convocato un'apposita commissione tecnica per definire, appunto, il percorso formativo del triennio. "Nel frattempo, il nostro ministero ha già dato avvio a una serie di audizioni informali con le imprese più rappresentative del made in Italy". "Stiamo dunque lavorando - assicura il ministro - per potenziare questo percorso liceale che sarà certamente un baluardo per la valorizzazione delle eccellenze italiane e della cultura in cui sono radicate, un liceo che contribuirà a formare i manager e i creativi di cui oggi hanno bisogno le nostre imprese". Non soddisfatta della risposta la deputata interrogante, la vicepresidente di Azione Giulia Pastorella: "Una partenza incoraggiante dice il ministro? Non si capisce sulla base di quali obiettivi e target. E' incoraggiante che ci sono 300 studenti e solo 90 istituti che hanno colto l'occasione di istituire questi corsi?". "Ma soprattutto - aggiunge la deputata - il ministro ha dato una risposta molto preoccupante, dicendo che stanno convocando un tavolo tecnico con le associazioni di categoria per definire quali siano le materie e quale sia il programma adatto per rispondere ai bisogni del mondo del lavoro. Mi chiedo allora perché tutta questa fretta di buttar lì un provvedimento quando ancora non si è neanche fatto il confronto con le categorie? Non solo: non c'è un programma per gli ultimi tre anni, quindi i ragazzi si sono iscritti alla cieca, mancano i libri di testo e soprattutto si tratta di un percorso di studi che replica in gran parte quelli già esistenti negli istituti tecnici e professionali. A noi - conclude Pastorella - è sembrato un provvedimento di bandiera, mentre dovevano essere messe le risorse nei percorsi già esistenti che vedono una crescita di adesioni e iscrizioni anno su anno. E soprattutto non è normale fare questo in un comparto come la scuola che ha carenza di personale e risorse, che non andrebbero buttate via in esperimenti senza capo né coda".