Il tema della casa è diventato una questione urgente e trasversale alle classi sociali in molte grandi città del mondo. Il mercato immobiliare, soprattutto per quanto riguarda gli affitti, è bloccato con prezzi fuori dalla portata dei redditi medi, rendendo difficile per molti trovare una sistemazione dignitosa. È questo il quadro che emerge dai dati Eurostat analizzati da Openpolis, che mostrano come in Europa la proprietà rimanga ancora il modello prevalente, seppur con differenze significative a seconda della condizione socioeconomica.

Gli affitti sono molto più diffusi tra coloro che si trovano a rischio di povertà, contribuendo ad un circolo vizioso di disagio economico. Chi ha minori risorse economiche ha maggiori difficoltà ad acquistare un immobile, aggravando ulteriormente il problema. Nel vecchio continente circa sette persone su dieci abitano in una casa di proprietà, un dato rimasto relativamente costante negli anni. Unica eccezione tra gli stati membri dell’Ue è la Germania, che presenta un mercato immobiliare in cui l’affitto è più diffuso rispetto alla proprietà, interessando il 53,3% della popolazione. Situazione simile anche in Austria, dove il ricorso all’affitto riguarda il 48,6% delle persone. Di converso, spostandosi ad est i dati raccontano una realtà diametralmente opposta: in Romania il 95% delle persone vive in case di proprietà e in paesi come Slovacchia, Croazia e Ungheria i valori si attestano oltre il 90%. Nei paesi dell’Europa del sud, seppur in misura minore rispetto ai vicini dell’est, continuano a prevalere i proprietari di casa. Grecia, Spagna e Italia hanno delle quote di persone in affitto rispettivamente del 27,2%, del 24% e del 25,7%.