Quando nel 1923 Aldo De Mauro ebbe l’idea di cavalcare l’inizio secolo con puro spirito imprenditoriale, fondando la “Società Azionaria Industria Dolciumi”, forse non poteva immaginare che, cento anni dopo, suo nipote Fabrizio fosse ancora a capo dell’azienda da lui fondata, oggi più rigogliosa, internazionale e competitiva che mai. Fare cioccolato non è uno scherzo da ragazzi. Farlo a livello artigianale, ma con numeri da industria, è ancor più complesso.

In tre generazioni Said ha sempre mantenuta dritta la barra della qualità anche addentrandosi in produzioni diverse, dai confetti alle caramelle, al torrone ai dolciumi più disparati ma, infine, scegliendo di concentrarsi sul principale “core business” di questa azienda che, ancor più che estimatori, conta fans devoti. La produzione non si è fermata durante i bombardamenti del ’43, è sopravvissuta al boom economico e ad una costante e agguerrita concorrenza forse meno attenta di Said verso i principi qualitativi che, nella “fabbrica del cioccolato”, si tramandano rigorosamente di generazione in generazione, come nelle migliori famiglie. Per questa ragione, probabilmente, Fabrizio De Mauro ha deciso alcuni anni fa di esportare la filosofia del cioccolato “Made in Italy” SAID anche all’estero e, dopo un felice passaggio a Londra, dove fare concorrenza alla cioccolata inglese sa di sfida (Londra è nuovamente nei progetti di De Mauro dopo la recente cessione dei due negozi già attivi) SAID ha puntato sulle emergenti regioni arabe, aprendo store a Dubai, Doha e Ryhad e nella nuova entrata Kuwait dove, nella primavera del 2024, verrà aperto un nuovo negozio. Paesi caldi dove il brand SAID si sta allargando con rapidità grazie ad un passaparola irrefrenabile. De Mauro, nelle città del Medioriente, ha riportato il modello già attivo a Roma replicando eleganti bistrot in cui - cioccolato e accoglienza- diventano esperienze multisensoriali sorprendenti; il design di ciascun retail è seguito personalmente proprio da Fabrizio de Mauro, come d’altronde anche il restauro dell’antica fabbrica di San Lorenzo, avvenuto all’inizio del 2000.