A Basilea arriva l’arte giapponese,  stampe di Hiroshige, Kunisada e Hokusai presentate al Neubau, del  Kunstmuseum Basel che vuole offrire ai visitatori , una panoramica rappresentativa dell'età d'oro delle stampe giapponesi nei secoli XVIII e XIX. Tutte le circa 110 opere provengono dalle collezioni del Kupferstichkabinett (gabinetto delle arti grafiche). La maggior parte di esse  non sono mai stati esposti al pubblico.  La tecnica è quella dell'ukiyo-e (浮世絵, ukiyo-e, lett. "immagini del mondo contemporaneo") è un genere di stampa artistica giapponese, impressa su carta con matrici di legno, nata e sviluppatasi durante il periodo Edo, tra l'inizio del XVII e la fine del XIX secolo. 

Nel Medioevo i corpi umani erano attraversati da contraddizioni, allo stesso tempo glorificati, repressi, oggetto di cure e di punizioni. Con numerosi prestiti provenienti dalla Svizzera e dall’estero, la nuova mostra temporanea del Museo nazionale Zurigo indaga il corpo nel Medioevo da un punto di vista storico-culturale.

Dopo essere partiti per il mondo, tornano nella terra d'origine per raccontare la propria esperienza attraverso l'arte, creando così nuove interazioni e linguaggi tra il Friuli-Venezia Giulia e l'estero. Questo lo spunto da cui è partito EFASCE (Ente Friulano Assistenza Sociale Culturale Emigranti) per il progetto "La Città Diffusa” assieme ad Arianna Grosso (originaria di Casarsa della Delizia, vive e lavora ad Abu Dhabi come cultural manager). Realizzato con il finanziamento della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia, Fondazione Friuli, Comune di Pordenone, Camera di Commercio di Pordenone-Udine e con la collaborazione del Liceo Artistico Galvani di Cordenons, Fondazione Pordenonelegge e lo stesso Comune di Pordenone, il progetto dopo la fase di elaborazione vede ora il suo clou con gli eventi aperti al pubblico.

 Curata dalla storica dell’arte Barbara Vincenzi, sostenuta dal Museo Italo Americano of San Francisco, l’esposizione “L’Italia che partiva. Via mare verso l’America" di Giovanni Cerri traccia le storie di uomini e donne di qualsiasi età che, spinti dalla speranza di una vita migliore, tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo intrapresero viaggi transoceanici estenuanti verso l'America, partendo dai quattro porti d’imbarco autorizzati di Genova, Napoli, Palermo e Messina.

Dall'8 marzo al 30 giugno 2024 il Kunsthaus Zurich si interroga sullo status attuale di Ferdinand Hodler, conosciuto come l'“artista nazionale”. La mostra contrappone interpretazioni unilaterali all'opera formale, culturale e politica di questo pittore in tutta la sua diversità e tenta di vedere il vecchio e il familiare in un modo nuovo. Ai sessanta dipinti dello svizzero vengono affiancate  altre 30 opere di  trenta artisti contemporanei.
Ferdinand Hodler (1853–1918) ha plasmato l'immagine culturale della Svizzera come quasi nessun altro pittore della sua generazione. Il nome e l'opera sono diventati icone. Sebbene l’idea di “artista nazionale” sia considerata superata, la figura è ancora saldamente radicata nella coscienza collettiva, tra tradizione e contraddizione. 

Lo Studio Other Spaces  porta la mostra, ”Räumliche Solidaritäten” alla Gelbe Haus di Flims  organizzata su tre piani espositivi, dietro il quale ci sono artisti attivi a livello internazionale Olafur Eliasson e Sebastian Behmann. Il lavoro dell'ufficio di Berlino è mostrato su tre livelli insieme a progetti e iniziative locali. La casa espositiva, a estera da fuori ma all’interno strepitosa e ben strutturata,  si trasforma in uno spazio di sperimentazione.

Barbara VIsser con ,Crimine sarà al  Kunsthaus di Zurigo fino al 12 maggio 2024  e porterà il visitatore  alla ricerca  del dada  di Elsa von Freytag-Loringhoven con la sua installazione cinematografica “Alreadymade”.

La mostra parte con l'opera “Fontana”, un orinatoio dichiarato opera d’arte nel 1917, è probabilmente l’opera concettuale più nota del XX secolo. Come i cosiddetti readymade, anche gli oggetti di uso quotidiano possono diventare arte. Quello con «R. L'oggetto firmato Mutt" è stato inviato in forma anonima alla mostra della "Society of Independent Artists" a New York, ma non è stato esposto a causa della sua provocatoria messa in discussione del concetto di arte. Marcel Duchamp (1887–1968) ne rivendicò la paternità quasi due decenni dopo. Circolano però voci secondo cui non è stato lui, bensì la dadaista Elsa von Freytag-Loringhoven (1874–1927) ad aver creato la “Fontana”. L'artista dedica la sua installazione cinematografica “Alreadymade” alla ricerca di questo artista dimenticato. E solleva domande: sulla paternità, sull'originalità e sulla differenza tra realtà e finzione.

Una mostra che affronta la lontananza così come il viaggio lì. Un sentiero collega due luoghi. Chi parte, invece, lascia un luogo: questa strada porta lontano. Away and away, sostantivo e avverbio, scritto quasi identico, pronunciato diversamente. Gli artisti sono specialisti nella messa in scena. Allontanarsi: l'arte di solito è buona solo quando rischia di andare fuori strada. Tuttavia, non sempre te ne vai volontariamente. Chiunque se ne vada involontariamente verrà espulso. Economia ed ecologia, politica e religione sono forze che possono spiazzare. Cambiano. Gli artisti lavorano sulla repressione e sul cambiamento – e sono essi stessi repressi e modificati nel processo. Su questi temi la  mostra porta  13 artisti della regione di Zurigo, in esposizione. 

Jernej Forbici, acclamato artista sloveno e direttore creativo di ART STAYS, torna da PUNTO SULL’ARTE per AURI SACRA FAMES, un evento di tre giorni, dove esporrà un ciclo inedito di dipinti improntati sul tema della crisi climatica, all’interno dei quali emerge l’utilizzo della foglia oro, una novità nel suo linguaggio artistico. L’artista sarà presente per tutta la durata dell’evento che si configura come un’imperdibile opportunità di approfondire con lui questo nuovo sviluppo del suo lavoro. 
Il VERNISSAGE si terrà GIOVEDÌ 25 GENNAIO dalle 17 alle 19 presso la sede principale della Galleria in Viale Sant’Antonio 59/61 a Varese (Casbeno).






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