L’evoluzione di una galassia è caratterizzata dalla formazione di nuove stelle e dalla trasformazione di quelle preesistenti. Lo scenario standard della formazione stellare nelle galassie prevede che ci sia stato un picco di attività circa 11-12 miliardi di anni fa e che da allora le galassie abbiano cominciato a formare progressivamente sempre meno stelle. Ma cosa determina questo comportamento? Le stelle si formano a partire dal collasso di dense nubi di idrogeno molecolare che a loro volta si formano quando gli atomi di idrogeno neutro si legano insieme.

Alcuni dei fenomeni fisici che incontriamo quotidianamente nella nostra vita sono ancora oggi incompresi. Un primo esempio è la turbolenza nei fluidi. La turbolenza è legata alla complessità delle equazioni di Navier-Stokes che regolano la dinamica dei fluidi, uno dei problemi del millennio. Un altro esempio di problema aperto è l’approccio all’equilibrio termodinamico per i sistemi isolati. Un nuovo studio in collaborazione tra la SISSA e l’Università di Padova, pubblicato su Physical Review Letters, analizza in dettaglio un collegamento nuovo tra queste due tipologie di fenomeni e potrebbe aprire nuove strade per la loro comprensione.

L’astronauta italiana dell’Esa Samantha Cristoforetti diventerà presto comandante della Stazione Spaziale Internazionale, subentrando al compagno russo dell’Expedition 67 Oleg Artemyev.
La nomina, annunciata dall’Esa, renderà così Samantha Cristoforetti la prima astronauta donna italiana ed europea al comando della stazione.
“Sono onorata della mia nomina a comandante - afferma AstroSamantha - e non vedo l'ora di attingere all’esperienza che ho acquisito nello spazio e sulla Terra per guidare in orbita un team molto capace”.

La missione della sonda Juno, in orbita intorno a Giove dal 5 luglio 2016, ha come obiettivi principali lo studio dei processi di formazione della struttura interna, del campo magnetico e dell’atmosfera del pianeta. Giove, che da solo ha una massa due volte e mezzo maggiore rispetto a quella di tutti gli altri pianeti messi assieme, è composto quasi esclusivamente da idrogeno ed elio.

Successo per la missione artica della Marina Militare italiana High North 22, condotta con il coordinamento scientifico e logistico dell'Istituto Idrografico della Marina e l’appoggio della nave Alliance. La missione, che è iniziata il 2 luglio, è partita dal porto di Tromsø e si è svolta nel mare delle Isole Svalbard, dello Stretto di Fram e dello Yermak plateau.

Studiare le popolazioni che vivono nelle isole del mediterraneo per trovarne i tratti comuni. È questo lo scopo del nuovo progetto di ricerca “Crossing the Sea”, finanziato dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca nell’ambito del bando PRIN 2020 e che coinvolge le università di Ferrara (nel ruolo di coordinatore), Bologna, Palermo, Firenze e Cagliari. Grazie allo studio e alla comparazione del DNA, i ricercatori andranno a ricostruire la storia evolutiva delle popolazioni che hanno abitato e ancora oggi vivono nelle tre principali isole del Mediterraneo occidentale:

Siglato l’Accordo Quadro di Collaborazione tra l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e il Dipartimento Regionale dell’Energia della Regione Siciliana per investigare e individuare le potenzialità geotermiche di alcune isole minori siciliane, realizzando l’Inventario delle Risorse Geotermiche delle Isole Eolie (IRGIE).

L’Italia si riconferma un attore fondamentale per la ricerca spaziale. A fine luglio è stato infatti lanciato in orbita un “Payload” - un ‘carico utile’ di strumentazione scientifica - Made in Italy. Il payload italiano si chiama Hermes, e nasce da un progetto finanziato e coordinato dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e il cui responsabile scientifico è l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV); il carico è stato lanciato in quota tramite uno Zero Pressure Balloon presso la base spaziale di Esrange (Kiruna, Svezia) ad opera della Swedish Space Corporation (SSC).

Stabilire un quadro di cooperazione nel campo delle attività spaziali, dell’esplorazione e dell’utilizzo dello spazio extra-atmosferico per scopi pacifici, l’obiettivo del Protocollo d’Intesa siglato il 27 giugno dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e dalla Commissione Spaziale Saudita (SSC), rappresentate rispettivamente dal presidente ASI, Giorgio Saccoccia e dal CEO della SSC, Mohammed Al-Tamimi.








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